
Sgominata la rete del potente boss Elvis Demce, legato a Diabolik

Roma è da anni teatro di numerose operazioni contro la criminalità organizzata, ma quella che ha preso il via mercoledì scorso rappresenta uno degli ultimi sviluppi più significativi. La Dda di Roma e i carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci hanno finalmente eseguito i mandati d’arresto nei confronti di alcuni dei principali membri della rete criminale guidata dall’albanese Elvis Demce, un potente boss con legami con il defunto Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik. Nonostante l’assenza di tre degli uomini più ricercati, la “rete” è stata colpita duramente grazie a un’operazione che ha coinvolto diverse città italiane, tra cui Roma, Reggio Calabria, e Cisterna di Latina.
L’inchiesta, che affonda le radici tra il 2020 e il 2021, ha messo in evidenza un traffico illecito di cocaina, hashish e marijuana, con ingenti quantità di stupefacente importato dalla Calabria e destinato alla Capitale. Grazie all’organizzazione logistica di Demce, il gruppo era in grado di rifornire di droga numerosi spacciatori e mantenere il controllo su vari quartieri di Roma. Non solo, la rete era anche coinvolta in attività di estorsione, come nel caso dell’incendio alla Planet Win di Torre Angela, mirato a ottenere denaro e Rolex.
Tra gli arrestati ci sono diversi membri di rilievo, tra cui Alessandro Contì, Emiliano Caruso, e Christian Teti. In particolare, la Dda ha sottolineato che la rete non solo si riforniva di stupefacenti dal sud Italia, ma aveva una struttura complessa che includeva l’uso di telefoni criptati, chat segrete, e altre risorse per mantenere i contatti con i fornitori. Le indagini, inoltre, hanno rivelato il coinvolgimento di Fabrizio Capogna, collaboratore di giustizia, che ha confermato la persistente attività del gruppo, accusando i membri di un traffico di droga ramificato e ben organizzato.
Un capitolo doloroso di questa rete criminale è il caso di Francesco “Ciccio” Barbuto, un dj pugliese ucciso nel febbraio 2023 dopo essere stato gettato da un palazzo della Magliana. L’uomo era stato sequestrato e seviziato da Diego Felli, detto “Samba”, amico di Demce. Non solo omicidi, ma anche intimidazioni e torture sono emerse, come nel caso di Giancarlo Tei, che fu vittima di un agguato a Tor Bella Monaca e che, miracolosamente, riuscì a sopravvivere. Le indagini hanno messo in luce come i membri della banda agissero senza scrupoli, minacciando e torturando chi non rispettava gli ordini o cercava di tradire il gruppo.
L’operazione “Aquila Azzurra” ha quindi portato alla luce una rete criminale molto più vasta e ramificata di quanto si pensasse inizialmente, con legami tra Roma, Reggio Calabria, e altre zone d’Italia. Sebbene Demce e altri membri cruciali della banda siano ancora latitanti, gli arresti e le rivelazioni fatte da Capogna e altri collaboratori di giustizia promettono nuovi sviluppi nell’indagine. La Dda di Roma continua a monitorare il territorio, cercando di fermare il traffico di stupefacenti e di sradicare una rete che ha, per troppo tempo, imperversato nella Capitale.