
Sono di madre e figlia i due cadaveri ritrovati a Villa Pamphili

Roma è scossa da un caso di cronaca nera che assume contorni sempre più drammatici. I corpi nudi di una donna di circa 40 anni e di una bambina tra i sei e i dodici mesi sono stati rinvenuti a Villa Pamphili, nel cuore della Capitale, a breve distanza l’uno dall’altro. La Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di duplice omicidio aggravato, mentre la Polizia indaga su un possibile legame familiare tra le due vittime e sulla presenza di un uomo che avrebbe vissuto con loro nel parco.
Il primo corpo ad essere scoperto, sabato pomeriggio, è stato quello della piccola, riversa tra i rovi, con segni evidenti sul viso e sulla nuca. Poche ore dopo, a circa 150 metri di distanza, è stato ritrovato il cadavere della donna, in avanzato stato di decomposizione, coperto da un telone di plastica nera usato in edilizia. Secondo i primi riscontri, la donna sarebbe morta da almeno 48 ore, mentre la bambina solo da poche. L’autopsia ha permesso di disporre test tossicologici e istologici, fondamentali per chiarire le cause dei decessi.
«Non ci sono ferite macroscopiche da armi o proiettili», hanno spiegato i medici legali, alimentando l’ipotesi di intossicazione o avvelenamento per la madre, mentre la bambina avrebbe subito un colpo alla testa. Sono stati inoltre effettuati prelievi sotto le unghie delle vittime per isolare eventuali tracce genetiche dell’aggressore.
Nonostante le impronte digitali della donna siano state analizzate, non hanno dato riscontri utili: potrebbe non essere presente nelle banche dati italiane. Gli investigatori ritengono che madre e figlia possano essere originarie dell’Est Europa. I risultati del test del DNA eseguito al Policlinico Gemelli saranno cruciali per l’identificazione.
Nel frattempo, diversi testimoni raccontano di aver visto una coppia con una bambina vivere tra gli oleandri del parco. «Era una o due settimane fa. La piccola piangeva sempre, sembravano accampati lì», ha riferito un cittadino romeno. «L’uomo era alto, longilineo e con il pizzetto. Lei magra e bionda», ha aggiunto. Un ex guardiano ha confermato di averli visti entrare e uscire attraverso una recinzione rotta alle prime luci dell’alba.
L’attenzione degli investigatori è ora concentrata su un uomo che avrebbe vissuto con le due vittime nel parco. Un’impronta digitale maschile è stata isolata sul telo che copriva la donna. Gli inquirenti stanno anche verificando se alcuni abiti e documenti trovati poco lontano dal corpo della donna appartengano alle vittime.
Una delle ipotesi al vaglio è che i due omicidi possano essere avvenuti fuori dal parco, con i corpi poi trasportati e occultati all’interno dell’area verde. Ma non si esclude nemmeno la dinamica inversa. A metà strada tra i due ritrovamenti, ci sono serre abbandonate, da tempo rifugio per senzatetto, oggi chiuse ma oggetto di ulteriori sopralluoghi da parte della Polizia.
Il mistero di Villa Pamphili resta fitto: i prossimi giorni, con l’analisi del DNA e i test tossicologici, potrebbero finalmente fornire elementi chiave per fare luce su questo inquietante duplice delitto.