Badante e un suo amico finiscono in carcere, presero a pugni e lasciarono morire Vincenzo Fortini

01/12/2022

I due sono stati rintracciati e condotti in carcere dalla polizia di Stato perché condannati, rispettivamente, a 7 e 12 anni di reclusione per un omicidio preterintenzionale

Sentenza della Corte D’appello per i fatti del 13 maggio 2017, quando il badante A.C. di 41 anni e un suo amico R.d.R. di 54 anni uomini avrebbe picchiato a morte durante la somministrazione di un medicinale Vincenzo Fortini, un uomo di 65 anni. I due sono accusati di omicidio preterintenzionale e dovranno scontare 7 e 12 anni di carcere.

La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d’Appello e ieri gli investigatori della polizia di stato del distretto San Paolo hanno dato esecuzione all’ordine di esecuzione per la carcerazione.

Quel giorno Fortini fu trovato nella sua abitazione in via San Pantaleo Campano, al Portuense, morto dopo una lunga agonia. Era stato massacrato con calci e pugni. A scatenare gli imputati, secondo l’accusa, un referto medico che avrebbe potuto far perdere il lavoro e la casa. Fatto sta che Fortini sarebbe stato costretto ad assumere farmaci psicotici e poi portato in ospedale. Quando i medici gli negarono il tso, sarebbe stato picchiato senza pietà e abbandonato al suo destino. A ritrovarlo quando era ormai troppo tardi fu il 118. Fortini, secondo la ricostruzione, fu picchiato con pugni al petto e schiaffi. Dopo il suo ritrovamento, il 14 maggio del 2017, A.C. e R.d.R. dissero che l’uomo si fece quelle ferite cadendo.

Le indagini condotte con il coordinamento della Procura di Roma hanno permesso di accertare che “la morte era stata causata dalla percosse che la vittima aveva ricevuto” dai due “nella notte precedente al ritrovamento del cadavere”, si legge in una nota della questura di Roma. Gli elementi acquisiti hanno portato alla sentenza di condanna emessa dalla corte di assise di appello di Roma divenuta poi definitiva nei giorni scorsi. Sono stati gli stessi agenti del distretto San Paolo, dopo una serie di accertamenti volti al rintraccio della coppia, a notificare l’ordine di esecuzione ed a condurre i due in carcere a Rebibbia.

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