
Manovra, ecco la detassazione degli aumenti salariali: sconto Irpef fino a 35mila euro
È pronta ad allargarsi la platea dei lavoratori che potranno beneficiare della detassazione sugli aumenti salariali. Nel cantiere della legge di Bilancio, ormai entrata nella fase decisiva, prende forma una modifica che amplia il numero di dipendenti destinatari della tassazione agevolata sugli incrementi di stipendio legati ai rinnovi contrattuali. Il testo base del disegno di legge prevede già un’imposta sostitutiva del 5 per cento, ma limitata ai lavoratori del settore privato con redditi fino a 28mila euro annui. Un sub-emendamento presentato da Fratelli d’Italia interviene ora su questa soglia, introducendo un secondo livello di agevolazione.
La proposta mantiene lo sconto massimo per i redditi più bassi e aggiunge una nuova aliquota sostitutiva del 10 per cento per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro. Una revisione che amplia in modo significativo la platea dei beneficiari, con l’obiettivo dichiarato di sostenere il potere d’acquisto in una fase ancora segnata dagli effetti dell’inflazione. Nelle scorse settimane la misura era stata più volte riscritta, arrivando anche a ipotizzare un’estensione retroattiva al 2024. Nell’ultima versione, invece, il perimetro temporale viene fissato sui contratti sottoscritti entro il 2026.
La copertura finanziaria resta invariata rispetto alle stime precedenti: 167,4 milioni di euro per il 2026 e 26,9 milioni per il 2027. Secondo fonti di governo, l’arco temporale dovrebbe includere anche i rinnovi già siglati nel corso del 2025, come quello dei metalmeccanici, uno dei più rilevanti in termini di numero di lavoratori coinvolti.
Il tema dei contratti è centrale nel confronto politico e sociale che accompagna la manovra. I sindacati hanno chiesto a più riprese un impegno maggiore per difendere i salari reali. «Quest’anno dal governo c’è stata una disponibilità al confronto che ha permesso di portare a casa una proposta alla quale tenevamo molto: la detassazione degli aumenti contrattuali che dà risposta a quattro milioni di lavoratori e di lavoratrici», ha commentato nei giorni scorsi il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Sul tavolo resta però il vincolo dei saldi di bilancio. L’esecutivo punta a riportare il deficit entro il limite europeo del 3 per cento e a uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo aperta nel 2024, quando con la fine delle deroghe Covid il disavanzo italiano aveva superato il 7 per cento. In due anni il quadro è cambiato, ma per finanziare le modifiche alla manovra è stato necessario reperire circa un miliardo di euro di coperture.
Tra le misure individuate c’è l’aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie e l’introduzione di una tassa di gestione di due euro per i pacchi di valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra-Ue. Una scelta che, secondo il ministro delle Imprese Adolfo Urso, è necessaria «per contrastare questo fenomeno gigantesco che cresce ogni giorno di più chiamato ultra fast fashion». La misura si affianca a quella in discussione a livello europeo, che prevede un contributo di tre euro destinato in gran parte al bilancio comunitario.
La manovra interviene anche sugli affitti brevi, mantenendo l’aliquota al 21 per cento sulla prima casa e al 26 per cento sulla seconda, ma anticipando alla terza abitazione la qualificazione del reddito come reddito d’impresa. Resta invece aperto il confronto sulla stretta ai pagamenti con fondi pubblici per i professionisti con debiti fiscali, su cui Fratelli d’Italia e Lega chiedono correttivi o una cancellazione totale.
Nelle ultime ore è arrivata anche una proposta di Forza Italia per consentire ai segretari comunali e provinciali di andare in pensione a 70 anni, «per superare la carenza strutturale della categoria professionale» e garantire continuità amministrativa nel triennio 2026-2028. Ancora da definire, infine, i correttivi su condoni e rivalutazione dell’oro, così come i dettagli dell’intesa tra Mef e Comuni che dovrebbe portare Roma fuori dal Fondo di solidarietà, assicurando risorse stabili alla Capitale.