Economia

Roma

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31/03/2022

Indagine sui debiti dell’ex giunta Raggi: buco di oltre 26 milioni

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Il vicesindaco Silvia Scozzese ha avviato un’indagine interna. Potrebbero essere presentate denunce alla procura della Corte dei conti.

A causa degli interessi che il Comune è costretto a versare per i ritardi nei pagamenti ai creditori, alcuni lavori e servizi stanno costando milioni di euro in più alle casse capitoline. E quindi ai contribuenti. A fare luce sulla gestione dei debiti fuori bilancio è stata Silvia Scozzese. Il vicesindaco, nonché titolare dei conti del Campidoglio, ha avviato un’indagine interna dando anche mandato al direttore e al segretario generale del Campidoglio, Paolo Aielli e Pietro Mileti, di presentare eventuali denunce alla procura della Corte dei conti. 

Nei giorni immediatamente successivi al proprio insediamento, infatti, Scozzese si è vista recapitare sulla propria scrivania un faldone contenente 36 proposte di sanatoria. Queste erano provenienti da tutti i dipartimenti capitolini. La giunta Raggi le aveva approvate con «decisioni», ma manca ancora l’approvazione dell’Assemblea capitolina. Inoltre, sono ancora assenti le motivazioni.

Si tratta in particolare di debiti che derivano da importi inizialmente dovuti dall’amministrazione a vario titolo. Ad esempio, fatture emesse per lavori, per compensi per incarichi di docenza e per canoni di locazione di immobili. Il problema è che i creditori non sono stati ancora pagati e ciò ha comportato un incremento degli interessi generati nelle cause di contenzioso. In altre parole, ciò significa che il Comune non paga in tempo i debiti, i creditori fanno causa, vincono e l’amministrazione è costretta a pagare spese e interessi. 

L’amministrazione non spiega il perché dei ritardi nei pagamenti né si difende nei giudizi davanti ai creditori. E il danno, stando alle ultime proposte di sanatoria ad esempio, ammonta a 24,8 milioni che la Tesoreria ha dovuto sborsare. A questi occorre aggiungere 1,5 milioni di interessi. E si parla dei soli casi nei quali Roma capitale ha omesso la totalità del pagamento. “L’inerzia dell’amministrazione – ha scritto Scozzese in un’apposita memoria di giunta approvata il 22 marzo – è stata continuata e diffusa e ha determinato la crescita esponenziale degli oneri a carico del Comune”.

 

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