
In 50mila domani per il concerto di Gazzelle al Circo Massimo

Da piazza Vittorio al Circo Massimo, passando per milioni di stream e palchi sempre più grandi. Domani sera, Gazzelle – al secolo Flavio Pardini – si esibirà davanti a 50mila spettatori nella storica cornice romana. Un traguardo impensabile solo otto anni fa, quando su YouTube comparve il video di Quella te, manifesto di un nuovo cantautorato indipendente, tra malinconia urbana e ritornelli pop. Oggi Gazzelle è uno dei simboli dell’indie italiano diventato, nel tempo, pop di massa.
Cinque album, 34 Dischi di platino, 23 Dischi d’oro e oltre 1,4 miliardi di ascolti su Spotify. Numeri che raccontano un percorso solido, nato nei locali romani e cresciuto parallelamente all’esplosione dell’indie. Brani come Destri, Non sei tu e Tutto qui sono diventati veri inni generazionali. Quest’ultima, presentata a Sanremo 2024, si è piazzata solo undicesima ma ha superato i 50 milioni di ascolti, conquistando due Dischi di platino.
«Non scriverò più canzoni come quando lavoravo in pizzeria ed ero avvelenato con la vita: sarei patetico, poco credibile», ha raccontato Gazzelle in una recente intervista. «L’importante è evolversi continuando a scrivere cose che ti riguardano». Un’autenticità che lo ha tenuto lontano dalla trappola delle mode passeggere, come lui stesso ammette: «L’indie? Le mode passano. La speranza è che gli artisti rimangano».
Dopo il Circo Massimo, l’appuntamento è per il 22 giugno allo stadio San Siro di Milano. Due anni fa aveva già riempito l’Olimpico di Roma, ma stavolta si annuncia un evento ancora più ambizioso. Sul palco sono attesi ospiti a sorpresa, anche se i nomi non sono stati ufficializzati. Tra i papabili, Fulminacci – «Flavio? Non mi ha invitato. Infatti mi sono offeso», ha scherzato – ma anche Noyz Narcos, Mara Sattei e altri volti della scena romana.
Dal cameretta-pop degli esordi alla grande musica dal vivo, Gazzelle è oggi la dimostrazione di come l’indipendenza musicale possa diventare un modello sostenibile anche nel grande mercato. Non tutti ce l’hanno fatta, e lui lo sa bene: «Quella scena ha lasciato anche delle vittime. Non voglio fare nomi, ma meteore ce ne sono state. L’importante è riuscire a costruirsi una carriera, rimanere».