Roma, arrestato dipendente Ama per detenzione di materiale pedopornografico

12/01/2025

Un gesto di distrazione o forse una sicurezza eccessiva hanno portato un dipendente dell’Ama, la municipalizzata di Roma, a finire in carcere con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Il 60enne, residente nella zona di Casal Lumbroso, aveva portato il suo computer in assistenza, ignorando che il terribile segreto che vi aveva nascosto sarebbe stato scoperto. È stato un tecnico incaricato della riparazione a fare la macabra scoperta: circa 500 video che mostravano bambine vittime di violenza sessuale. In seguito alla denuncia del tecnico, gli agenti della polizia postale hanno avviato le indagini, che hanno portato alla perquisizione dell’abitazione dell’uomo, dove sono stati trovati altri due hard disk contenenti circa 2.000 immagini pedopornografiche. L’uomo è stato arrestato in flagranza e ora dovrà rispondere di un reato gravissimo.

Il 60enne, quando la polizia è arrivata a casa sua, si è mostrato subito collaborativo, consegnando volontariamente gli altri dispositivi di memoria che conservavano migliaia di file illeciti. Nonostante si fosse presentato come una persona apparentemente “normale”, gli inquirenti hanno ricostruito che il materiale pedopornografico era stato accumulato dall’uomo per anni. Il dipendente Ama aveva portato il computer in riparazione il 27 dicembre scorso, ma a causa delle festività natalizie, il pc non era stato esaminato fino ai primi giorni di gennaio. Al suo interno, i tecnici hanno trovato diverse cartelle contenenti video di abusi su bambine. La polizia, una volta ricevuta la denuncia, ha eseguito l’arresto in flagranza, poiché il numero di file in suo possesso era tale da configurare l’ingente detenzione di materiale pedopornografico. Il pm Antonio Verdi, titolare delle indagini, ha confermato l’arresto e l’avvio del processo a carico dell’uomo.

Il caso non è isolato. Secondo i dati forniti dalla polizia postale, nel 2024 in Italia il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) ha portato avanti oltre 2.800 indagini, eseguito 1.000 perquisizioni, arrestato 144 persone e denunciato 1.028 individui. Questo arresto segue di pochi mesi quello di un usciere della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, arrestato alla fine di ottobre per lo stesso reato. Nell’abitazione dell’uomo erano stati trovati circa 6.000 video di abusi su bambini, alcuni dei quali di neonati. La polizia aveva rintracciato l’uomo grazie all’indirizzo IP del suo computer, dal quale risultava fossero stati scaricati migliaia di file da numerosi siti web. L’uomo aveva giustificato il suo comportamento affermando di aver “solo scaricato i video“, ma le forze dell’ordine non hanno creduto alla sua versione. Entrambi i casi evidenziano la crescente necessità di contrastare il fenomeno della pedopornografia, che continua a colpire bambini innocenti, con l’impegno delle forze dell’ordine e delle autorità competenti a monitorare e perseguire questi crimini.

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