
Violenza in uno stabile occupato alla Magliana: l’indagato è libero
Un vuoto normativo, una violenza brutale e l’ennesima vicenda che riaccende i riflettori sulle occupazioni abusive e sulla sicurezza urbana. Alla Magliana, in uno stabile fatiscente di via dell’Impruneta, un ventenne peruviano è stato violentato da un coetaneo e lasciato in strada ferito, incapace di muoversi. Un terzo ragazzo, presente per tutta la durata dell’aggressione, ha filmato lo stupro. La vittima è stata ricoverata con una prognosi di 41 giorni. Nonostante ciò, e nonostante il video agli atti dell’indagine, l’autore materiale della violenza è oggi libero: la legge non consente l’arresto in flagranza differita per questo tipo di reato.
I tre giovani, tutti peruviani, si conoscevano e avevano deciso di trascorrere insieme la serata. È probabile che abbiano bevuto molto, come dimostrato dai referti medici. La serata è poi proseguita nell’appartamento occupato dove si è consumata la violenza. Non è chiaro se la vittima abbia seguito i due volontariamente o se sia stata condotta contro la propria volontà. Di certo, quando l’aggressione è iniziata, il ventenne non era in grado di opporsi: il video girato dall’altro ragazzo lo mostra chiaramente incapace di reagire.
Dopo lo stupro la vittima è stata lasciata sola in strada, ferita e disorientata. Nonostante le condizioni gravi, il ragazzo è riuscito a chiamare il 112. Trasportato in ospedale, ha trovato la forza di raccontare tutto alle forze dell’ordine. Le sue parole, insieme al referto medico e al filmato recuperato dagli investigatori della Squadra mobile, hanno permesso di identificare rapidamente l’indagato e il ragazzo che ha ripreso la scena.
La procura ha aperto un fascicolo per violenza sessuale, ma la legge non consente l’arresto differito per questo reato. La norma prevede l’arresto in flagranza nel momento in cui il reato viene commesso, mentre la flagranza differita è ammessa solo per alcune specifiche fattispecie, tra cui reati legati a manifestazioni o violazioni del Daspo. Anche di fronte a una prognosi di 41 giorni e alla presenza di un video che documenta la violenza, non è possibile applicarla. Per questo l’indagato non è stato arrestato.
Lo stupro è avvenuto all’interno dell’ex scuola media Otto Marzo, occupata abusivamente dal 2001 e da anni al centro di segnalazioni per condizioni igienico-sanitarie critiche e sospetti racket interni per la gestione dei posti letto. L’immobile, deteriorato e in parte pericolante, era già stato oggetto di interventi di messa in sicurezza e sgombero parziale.
Il caso riporta al centro del dibattito pubblico non solo il tema della sicurezza e del degrado nelle occupazioni abusive, ma anche la necessità di un adeguamento normativo che consenta alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente in presenza di prove oggettive, soprattutto di fronte a una violenza così grave. Mentre la vittima affronta un percorso di cure e sostegno psicologico, l’indagine prosegue, ma resta aperta una domanda che pesa come un macigno: come è possibile che un reato così devastante non consenta un rapido arresto del colpevole?
M.M.