
Violenza alla metro Jonio, indagini senza sosta: la vittima sarà riascoltata
Proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri della Compagnia di Montesacro dopo la denuncia presentata da una studentessa universitaria di 23 anni, che domenica sera ha raccontato di essere stata aggredita e violentata da tre uomini all’uscita della stazione metro Jonio. La giovane, originaria della Calabria e fuori sede a Roma per motivi di studio, si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale Sandro Pertini in stato di choc, descrivendo un’aggressione avvenuta lungo il percorso pedonale di via del Gran Paradiso. Secondo il suo racconto, tre uomini l’avrebbero sorpresa alle spalle, trattenuta con la forza e costretta a subire violenza da uno di loro mentre gli altri due la immobilizzavano.
Una donna che transitava in auto l’ha trovata subito dopo, ancora sconvolta e in cerca di aiuto. «Mi ha detto che l’avevano violentata. In auto era silenziosa, pensavo fosse lo choc», ha raccontato la testimone, che l’ha accompagnata direttamente in ospedale. Qui i medici hanno attivato il protocollo previsto nei casi di sospetta violenza sessuale e la cartella clinica è ora al vaglio degli investigatori. I sanitari non hanno riscontrato lesioni compatibili con un rapporto particolarmente violento, ma questo non esclude affatto quanto denunciato dalla ragazza, che ha descritto un’aggressione repentina e di breve durata.
Gli inquirenti hanno già acquisito e visionato le immagini delle telecamere della stazione Jonio, ma nessuna ripresa ha mostrato soggetti compatibili con le descrizioni fornite dalla vittima. Questo rafforza l’ipotesi che i tre aggressori fossero già all’esterno della metro, in un’area purtroppo non coperta da videosorveglianza. L’assenza di indizi certi e di testimoni oculari rende più complessa la ricostruzione della dinamica, e le prime segnalazioni giunte ai carabinieri si sono rivelate inconsistenti o non attendibili.
La 23enne sarà ascoltata nuovamente nelle prossime ore. La procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per violenza sessuale, spera che dopo la prima fase di choc la giovane possa ricordare qualche dettaglio utile, anche minimo. La ricostruzione delle ore precedenti all’aggressione è già in corso: la ragazza aveva preso la metro per raggiungere il suo fidanzato, con cui aveva un appuntamento chiarificatore dopo un periodo difficile. Il giovane ha confermato di averla attesa inutilmente e di aver provato più volte a contattarla, apprendendo solo a notte fonda che si trovava in ospedale.
Intanto cresce la preoccupazione nel quartiere. Ieri pomeriggio si è svolto un sit-in di solidarietà davanti alla stazione Jonio, organizzato da reti femministe e transfemministe, con decine di partecipanti che hanno chiesto maggiore sicurezza. Il presidente del III Municipio, Paolo Marchionne, pur sottolineando la delicatezza del momento, invita alla prudenza: «Esistono zone più o meno esposte al tema della sicurezza, ma questo non significa che l’aggressione fosse prevedibile o prevenibile. È una vicenda che ci lascia senza parole».
Le ricerche dei tre aggressori proseguono, ma al momento non emerge alcun elemento decisivo. Gli investigatori confidano nel nuovo ascolto della vittima per far emergere quel dettaglio in grado di spezzare l’oscurità che ancora avvolge l’intero episodio.
M.M.