
Tutti in ansia per Papa Francesco: è in prognosi riservata

Papa Francesco è in prognosi riservata. Per la prima volta dall’inizio del ricovero al Policlinico Gemelli, il bollettino medico del Vaticano ha usato questa espressione, confermando il peggioramento delle sue condizioni. Ieri il Pontefice ha avuto una crisi respiratoria prolungata, che ha reso necessario il supporto con ossigeno ad alti flussi. Questo trattamento, meno invasivo della ventilazione meccanica, viene utilizzato nei casi di insufficienza respiratoria significativa.
Oltre alle difficoltà respiratorie, gli esami del sangue hanno evidenziato una riduzione delle piastrine (piastrinopenia) e una carenza di globuli rossi (anemia), rendendo necessaria una trasfusione. Il Santo Padre resta vigile, ma la situazione è considerata critica. Nelle ultime ore, ha trascorso la giornata seduto in poltrona, apparendo più sofferente rispetto al giorno precedente.
Venerdì scorso, il professor Sergio Alfieri e il dottor Luigi Carbone avevano diagnosticato al Pontefice una polmonite bilaterale con infezione polimicrobica, complicata da una bronchite asmatiforme cronica. Nonostante inizialmente le sue condizioni fossero stabili, i medici avevano avvertito che un’eventuale diffusione dell’infezione nel sangue avrebbe potuto aggravare il quadro clinico.
Ieri mattina la Sala Stampa Vaticana aveva dichiarato che Papa Francesco aveva riposato bene. Tuttavia, nel corso della giornata, la situazione è cambiata improvvisamente, richiedendo un intervento urgente dei medici. La necessità di ossigeno e trasfusioni ha evidenziato un peggioramento preoccupante. Al momento, il Vaticano non ha confermato la presenza di sepsi, ma non ha nemmeno escluso che possa svilupparsi. Gli esperti sottolineano che un’infezione generalizzata sarebbe particolarmente rischiosa per un paziente della sua età.
L’Angelus di oggi sarà diffuso solo in forma scritta, mentre l’omelia della Messa per il Giubileo dei Diaconi, che era stata preparata dallo stesso Pontefice, verrà letta da monsignor Fisichella. Il ricovero potrebbe prolungarsi oltre la settimana inizialmente prevista, senza certezze sui tempi di recupero.