
Il primo mese di papa Leone XIV, nuovi equilibri in Vaticano

A distanza di un mese dall’inizio del suo pontificato, Leone XIV sta plasmando un’immagine di sé molto diversa da quella del predecessore, pur senza rompere con l’eredità di Papa Francesco. In un contesto ecclesiale ancora fortemente polarizzato, il nuovo Pontefice si è mosso con uno stile pacato e riflessivo, orientato a ricucire le fratture interne e riportare ordine e chiarezza nel governo della Chiesa.
Fin dai primi giorni, Prevost ha dimostrato di voler rimettere il Codice, il Magistero e il Concilio Vaticano II al centro della bussola papale. Una linea che non intende cavalcare derive fantasiose, ma nemmeno irrigidirsi su posizioni nostalgiche. «Il Papa ha bisogno di voi», ha detto agli officiali della Segreteria di Stato, «per riportare serenità e coesione nel cuore del Vaticano».
Non si tratta solo di simboli, ma anche quelli contano: il ritorno della mozzetta rossa, dei calzoni bianchi, della residenza nel Palazzo Apostolico, delle vacanze a Castel Gandolfo, segnano un cambio di stile. Sotto il profilo operativo, Leone XIV ha voluto dare subito un segnale forte: riabilitata la Segreteria di Stato, marginalizzata dalla riforma di Francesco, e ricevute in udienza due realtà molto criticate negli ultimi anni, l’Opus Dei e i Neocatecumenali.
Nel suo primo mese, il nuovo Pontefice ha rimarcato la difesa dei valori non negoziabili, in particolare la famiglia fondata su uomo e donna, la vita dal concepimento alla morte naturale, e la centralità della Chiesa come comunità spirituale e non ideologica. «Abbiamo bisogno di alleanze coniugali», ha detto Leone XIV in uno dei suoi interventi pubblici, segnalando la volontà di parlare con forza ma senza arroganza in un mondo «lacerato e senza pace».
Un richiamo speciale è stato rivolto anche al tema della violenza contro le donne: «Con molto dolore penso ai numerosi casi di femminicidio. Quando una relazione è infestata dalla volontà di dominare, sfocia spesso nella violenza», ha sottolineato durante il Giubileo dei Movimenti, dove ha anche ribadito il valore delle realtà ecclesiali nate dal Concilio Vaticano II.
Un altro fronte delicato è quello del ruolo femminile nella Chiesa. Sebbene il Papa abbia nominato una canonista donna sottosegretaria nel Dicastero per i Religiosi, è improbabile che apra al sacerdozio femminile, come auspicato dal Cammino sinodale tedesco. «Il magistero su questo punto è chiarissimo», ripetono fonti vaticane. Il vero banco di prova sarà la gestione della crisi tedesca, dopo le dimissioni del vescovo Hanke, che ha abbandonato il processo sinodale con altri tre vescovi, denunciando una deriva parlamentare e non spirituale del metodo sinodale.
La mediazione, per ora, resta la cifra più evidente del pontificato di Leone XIV. Un equilibrio non facile tra tradizione e aggiornamento, ma che sembra raccogliere consenso anche oltre le mura leonine.