
Tragedia in una casa vacanze a Roma: 27enne precipita dal balcone
Un messaggio semplice, quasi banale: «Dai vieni da me, ti aspetto». È una delle frasi che la vittima, il 27enne Leonardo F., avrebbe inviato via whatsapp all’amico David S. poche ore prima della tragedia. Messaggi intimi, accordi presi per vedersi e trascorrere insieme una serata che, secondo gli investigatori, sarebbe poi degenerata. Giovedì sera, intorno alle 23, i carabinieri della compagnia San Pietro sono arrivati davanti al civico 54 di via di San Calepodio, dove Leonardo è stato trovato riverso a terra, seminudo, dopo un volo di almeno sette metri dal balcone del terzo piano di una casa vacanze.
In casa c’era ancora l’amico, due anni più giovane, ora accusato di omicidio volontario e posto ai domiciliari dal pubblico ministero. Una misura cautelare definita “interlocutoria”, in attesa che l’esito dell’autopsia e degli esami tossicologici chiarisca un quadro ancora pieno di zone d’ombra. Entrambi, secondo la prima ipotesi, potrebbero aver assunto sostanze psicotrope ben più potenti dell’hashish — un grammo e mezzo — ritrovato nell’appartamento ora sotto sequestro.
Le testimonianze raccolte dai carabinieri lasciano aperte tutte le ipotesi, anche quella dell’omicidio. Alcuni residenti avrebbero infatti visto e sentito i due giovani litigare sul balcone. David però ha negato tutto, sostenendo che l’amico fosse «in preda a una crisi» e si fosse lanciato volontariamente dal balcone. Una ricostruzione che gli inquirenti stanno vagliando con prudenza. Oggi verrà conferito l’incarico per l’autopsia, mentre si attendono le analisi tossicologiche sull’indagato.
L’appartamento era stato affittato da Leonardo — assistente tecnico al ministero della Difesa, pendolare dalla provincia di Frosinone — per tre giorni. Ieri avrebbe dovuto riconsegnare le chiavi. Lui e David erano amici di lunga data, cresciuti a Isola del Liri, legati da anni di frequentazioni, video musicali amatoriali e weekend passati con la stessa comitiva. Nulla lasciava immaginare un epilogo simile.
Eppure, dopo l’appuntamento concordato via chat e una serata che potrebbe aver incluso sostanze più pesanti, qualcosa è esploso. Le urla hanno attirato l’attenzione del vicinato. «Sentivamo gridare come dannati», raccontano i residenti. Poi il tonfo. E la visione di quel corpo sull’asfalto, coperto poco dopo con un velo di segatura.
Gli investigatori stanno ricostruendo le ultime ore della vittima per capire cosa abbia trasformato un incontro tra amici in una tragedia. Per ora resta un’unica certezza: nulla, in quella notte, è andato come previsto.
M.M.