
Svelata rete di pedofili: in carcere un geometra con la moglie e un’infermiera

Un’indagine nata come un intervento a tutela di una donna vittima di maltrattamenti si è trasformata in uno dei casi più delicati su cui la Procura di Latina sta attualmente lavorando. Tre le persone finite in carcere con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico: una infermiera caposala di 43 anni, in servizio presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, un geometra di Velletri e sua moglie.
L’inchiesta ha preso il via nei mesi scorsi, quando alcuni colleghi della caposala avevano segnalato comportamenti insoliti e lividi sospetti. La donna, conosciuta e stimata nell’ambiente sanitario, si era nel frattempo separata dal marito dopo aver intrapreso una relazione con il geometra, conosciuto in occasione di alcuni lavori di manutenzione all’interno dell’ospedale. Una frequentazione che, secondo chi le era vicino, avrebbe segnato l’inizio del suo progressivo cambiamento.
Le indagini, inizialmente focalizzate su ipotesi di maltrattamenti, hanno preso una svolta improvvisa quando, durante una perquisizione nell’abitazione del geometra a Velletri, la polizia ha scoperto materiale pedopornografico in formato digitale. Da quel momento, l’indagine ha cambiato obiettivo, coinvolgendo anche l’infermiera, inizialmente considerata parte offesa.
Una successiva perquisizione nei suoi confronti ha portato al rinvenimento di ulteriori file compromettenti, portando la Procura a disporre l’arresto per tutti e tre gli indagati. Ancora da chiarire il ruolo preciso della moglie del geometra, attualmente detenuta con gli altri due in attesa di ulteriori sviluppi investigativi.
A condurre il delicato fascicolo è la procuratrice aggiunta Luigia Spinelli, che ieri ha partecipato all’interrogatorio di garanzia dell’infermiera davanti al gip di Latina. A quest’ultima sono stati sequestrati anche i dispositivi personali e il contenuto dell’armadietto ospedaliero utilizzato nella struttura sanitaria.
La notizia dell’arresto della caposala ha generato sgomento tra il personale dell’ospedale. «Siamo senza parole, non riusciamo a comprendere cosa sia accaduto», ha commentato un collega.
La donna, madre di un figlio e con un passato di incarichi nelle organizzazioni di categoria, era considerata una professionista affidabile. Eppure, alcuni avevano notato un cambiamento comportamentale negli ultimi tempi: ritardi, disattenzioni e un atteggiamento sempre più chiuso.
Il caso, ancora in fase iniziale, si preannuncia complesso e inquietante, con numerosi elementi da chiarire, soprattutto sul coinvolgimento dei figli della coppia di Velletri e sull’origine del materiale sequestrato. La Procura di Latina procede con il massimo riserbo, vista la gravità delle accuse e la natura estremamente sensibile dell’indagine.