
Sono tre minorenni gli autori del pestaggio ai danni di un gay
L’aggressione risale alla notte tra il 13 e il 14 settembre, ma solo oggi le indagini dei carabinieri hanno permesso di identificare gli autori: tre minorenni romani, tutti 17enni, provenienti da famiglie agiate. A finire nel mirino del branco è stato Alessandro Ansaldo, 25 anni, rientrato da poco a Roma dopo gli studi a Londra. Il giovane, colpito con violenza mentre camminava in Corso Vittorio Emanuele II, riportò gravi ferite: trauma cranico facciale, frattura delle ossa nasali, contusioni al costato e lesioni alla fronte, con una prognosi di venti giorni. «Lo hanno fatto perché sono gay», dichiarò dal letto d’ospedale, parlando apertamente del movente omofobo.
Secondo la ricostruzione, Ansaldo stava passeggiando da solo, sventolando un ventaglio per il caldo, quando i tre minorenni lo hanno notato. È bastato quel gesto a trasformarlo nel loro bersaglio. Prima le frasi insultanti a sfondo chiaramente omofobo, poi gli spintoni, infine la violenza fisica: almeno sette-otto colpi al volto, seguiti da un assalto mentre la vittima era già a terra. Non c’erano telecamere nel punto esatto dell’aggressione, ma un testimone ha assistito alla scena e, insieme ad altri passanti, ha ripreso parte del pestaggio con il cellulare. A chi stava filmando, uno degli aggressori avrebbe intimato: «Se pubblichi il video ti ammazzo», segno della consapevolezza di essere stati ripresi.
Proprio quel video, consegnato con coraggio alle forze dell’ordine, è stato fondamentale. Incrociandolo con centinaia di ore di filmati delle telecamere di sicurezza del centro storico — da piazza Navona a Campo de’ Fiori, da Corso Rinascimento fino a via del Paradiso — i carabinieri della stazione Farnese sono riusciti a seguire le tracce dei tre minori prima e dopo l’aggressione. Le immagini li mostrano mentre trascorrono la serata in un locale di Campo de’ Fiori, dove pagano le consumazioni con una carta di credito intestata al genitore di uno dei ragazzi. Un dettaglio che ha permesso agli investigatori di dare un nome a quei volti.
Ricostruita la dinamica, gli inquirenti hanno accertato la partecipazione attiva di tutti e tre i minorenni all’aggressione. Nessuno ha provato a fermare gli altri: si sarebbero alternati nel colpire Ansaldo, continuando anche dopo averlo fatto cadere a terra. «Ero tranquillo, camminavo verso casa. Mi hanno strappato il ventaglio dalle mani e poi sono arrivati gli sputi e le botte», aveva raccontato la vittima.
I tre ragazzi — ora denunciati in stato di libertà — dovranno rispondere di lesioni personali aggravate dall’omofobia. Un caso che riaccende i riflettori sulle aggressioni motivate dall’orientamento sessuale e che dimostra, ancora una volta, quanto siano fondamentali il coraggio dei testimoni e la collaborazione dei cittadini.
M.M.