
Shisha bar nel mirino a Roma: sequestri e multe dopo i controlli del Nas
Melasse estere irregolari, narghilè privi di autorizzazione, condizioni igieniche insufficienti e certificazioni mancanti. È questo il quadro emerso dai controlli eseguiti dai carabinieri del Nas di Roma insieme all’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che nelle ultime ore hanno passato al setaccio diversi Shisha bar e locali della Capitale. L’operazione ha interessato zone centrali e semicentrali, da piazza Dante all’Arco di Travertino fino a Campo de’ Fiori, facendo emergere un sistema diffuso di irregolarità legate al consumo e alla vendita di melassa per narghilè. In totale sono stati sequestrati 25 chili di tabacco melassato e elevate sanzioni amministrative per circa 9mila euro, oltre alla sospensione della licenza per una delle attività.
Le verifiche hanno riguardato ristoranti, pub e locali dove il consumo del narghilè era consentito senza rispettare le norme previste. In piazza Dante, i militari hanno riscontrato carenze igieniche, l’assenza del piano di autocontrollo alimentare e la vendita di tabacco da narghilè senza autorizzazione e senza il necessario patentino speciale. Nel locale sono state sequestrate 13 confezioni di melasse, 49 bocchini e nove confezioni di tabacco melassato. Situazione simile in un ristorante di via dell’Arco di Travertino, dove sono emerse altre violazioni: anche qui mancavano le certificazioni, il patentino e il piano di autocontrollo. Sequestrati 15 narghilè, 110 bocchini e oltre due chili di tabacco profumato, per un valore stimato di circa seicento euro.
L’intervento più grave è avvenuto però a Campo de’ Fiori, dove i carabinieri del Nas hanno disposto la sospensione immediata della licenza del locale controllato. Gli ispettori hanno trovato condizioni igienico-sanitarie e strutturali inadeguate e l’assenza totale di autorizzazioni per la vendita e l’utilizzo del narghilè. Qui sono stati sequestrati 44 narghilè, 47 confezioni di bocchini, diverse scatole di carboncini e circa otto chili di tabacco melassato per un valore che supera ottocento euro.
A spiegare le ragioni dell’operazione sono stati gli stessi investigatori, che ricordano come «si tratti di un altro tipo di fumo voluttuario, come quello delle sigarette o dei riscaldatori di tabacco». Il narghilè, aggiungono, è spesso percepito come un’alternativa più innocua, complice la presenza degli aromi e il filtraggio attraverso l’acqua, ma questa convinzione è infondata. «Anche il fumo della pipa ad acqua contiene nicotina, catrame, monossido di carbonio e metalli pesanti», sottolineano gli operatori, motivando così la necessità di controlli periodici. Solo lo scorso anno, nella Capitale, il Nas aveva effettuato un centinaio di verifiche nei Shisha bar, riscontrando irregolarità che avevano portato a sequestri e sanzioni simili a quelle di oggi.
Gli accertamenti proseguiranno anche nei prossimi mesi, soprattutto nei quartieri dove questo tipo di locali è in crescita. L’obiettivo è quello di garantire il rispetto delle norme e proteggere consumatori spesso inconsapevoli dei rischi sanitari e delle irregolarità commerciali legate alla diffusione del narghilè in città.
M.M.