
Roma, l’ex-moglie vuole la metà della vincita al Superenalotto

Un biglietto da 3 euro acquistato in una tabaccheria di Roma, zona Giustiniana, ha cambiato per sempre la vita di un impiegato 51enne originario di Caserta. L’uomo, in trasferta per lavoro, ha centrato una vincita da oltre 88 milioni di euro al Superenalotto, una delle più alte mai registrate. Ma il sogno milionario rischia di trasformarsi in un incubo legale. A rivendicare metà della cifra è la quasi ex moglie, dalla quale non è ancora legalmente separato. I due, infatti, sono ancora uniti in comunione dei beni, e la donna – informata accidentalmente della vincita – ha deciso di avviare una battaglia giudiziaria che potrebbe portare allo svelamento dell’identità dell’uomo davanti a un pubblico sempre più vasto.
La fortuna ha bussato alla porta dell’uomo lo scorso 20 marzo, mentre si trovava nella Capitale per uno scarico merci. In una pausa, ha deciso di tentare la sorte: una schedina, sei numeri fortunati – 36, 40, 49, 54, 66, 83, Jolly 14 e SuperStar 44 – e il sogno diventa realtà. In preda all’emozione, ha confidato tutto alla sorella, scambiando con lei dei messaggi WhatsApp entusiasti. Ma è proprio qui che si consuma la leggerezza: il cellulare lasciato incustodito viene consultato dalla moglie, estetista 45enne, che legge la conversazione e scopre il colpo di fortuna. Già insospettita per una relazione extraconiugale del marito, da tempo monitorata con l’aiuto di un investigatore privato, la donna non perde tempo: chiama i suoi legali e rivendica la metà della vincita, oppure un assegno di mantenimento.
Secondo i legali della donna, dello studio Francesco Di Giovanni di Roma, la Cassazione ha più volte stabilito che le vincite a giochi nazionali rientrano nella comunione legale dei coniugi, anche se ottenute con denaro personale. Quindi, gli 88.232.801,88 euro vinti rientrerebbero nel patrimonio comune. L’avvocato del 51enne, invece, sostiene che la separazione era già effettiva, anche se non formalizzata, e che la vincita è da considerarsi successiva alla fine della convivenza. Un punto cruciale che verrà discusso in tribunale, insieme all’accertamento del momento esatto della rottura e al regime patrimoniale. Quel che è certo è che trovare un accordo consensuale appare oggi impossibile.