
Roma, la sfida al Celtic è l’occasione per rialzarsi dopo gli stop in campionato
A Glasgow piove una sottile drizzle, la classica pioggerella scozzese che avvolge la Roma nel suo arrivo alla vigilia della sfida con il Celtic. Un’atmosfera grigia che sembra rispecchiare perfettamente l’umore giallorosso dopo le due cadute consecutive in campionato contro Napoli e Cagliari, un doppio passo falso che ha riportato bruscamente l’ambiente sulla terra. In una città come Roma, dove le mezze misure non esistono, il passaggio dal sogno scudetto al timore di mancare ancora una volta l’ingresso in Champions è stato fulmineo.
Per Gasperini questa gara arriva nel momento ideale. Il tecnico lo ripete da settimane: i limiti della squadra sono chiari e il campionato, livellato verso il basso come mai negli ultimi anni, impone equilibrio nei giudizi. Ma l’Europa offre un terreno diverso, un percorso in cui la Roma ha già mostrato una nuova identità, a partire dal 2-0 rifilato ai Rangers proprio in Scozia, seguito poi dal successo per 2-1 sul Midtjylland all’Olimpico. Una vittoria stasera significherebbe ipotecare l’accesso diretto ai quarti, evitando playoff complicati a febbraio.
Gasperini però non vuole sentir parlare di stanchezza o superficialità. «Faccio fatica a parlare di stanchezza fisica quando si gioca dopo quattro giorni. Forse può esserci un po’ di fatica mentale, ma atleticamente questa è una squadra che corre fino all’ultimo secondo», chiarisce il tecnico. Il problema, semmai, è un altro: la Roma corre, ma finalizza poco. Un limite strutturale, come lo definisce lui stesso.
Per la prima volta, Gasperini ammette pubblicamente ciò che molti sospettavano: «Nel ruolo di centravanti hanno giocato più o meno tutti e chi ha fatto meglio è stato Baldanzi. Non siamo mai stati molto prolifici, probabilmente è una difficoltà strutturale». Un messaggio diretto alla società, un invito neppure troppo velato a intervenire sul mercato. «Non è una questione di singolo, ma di reparto. Noi non siamo capaci di produrre», sottolinea il tecnico, fotografando il momento con una lucidità che non concede appigli.
Il discorso si sposta inevitabilmente su Ferguson, finora deludente nonostante le aspettative. «Nessuna antipatia o simpatia: ci sono le prestazioni. Il ragazzo ha avuto tante opportunità. Possiamo aspettarlo? Certo, ma voglio prestazioni migliori», afferma Gasp, che poi cita Hermoso come esempio di leadership e crescita immediata. Una carezza finale che non attenua però il giudizio severo sulla resa del centrocampista.
Chi invece avrà spazio è Pisilli, tra i giovani più apprezzati dal tecnico: «È un ragazzo che merita. Vorrei dargli spazio e questa partita offre caratteristiche giuste per lui», assicura l’allenatore.
Intanto il Celtic, nonostante una stagione turbolenta e il recente cambio in panchina, rimane un avversario da non sottovalutare. «Ho visto l’ultima partita: hanno perso, ma hanno giocato una gara offensiva, aperta, cercando sempre il gol. Da loro mi aspetto ritmi alti e grande intensità», avverte Gasperini.
A Glasgow, dunque, la Roma cerca risposte. Il clima è freddo, il vento tagliente, ma la squadra sa che qui è iniziata la risalita europea. E ora, più che mai, c’è bisogno di ritrovare certezze. E soprattutto di ritrovare il gol.