
Roma, guerriglia pro Pal: rilasciati i 2 manifestanti arrestati

Lo striscione recitava «Complici e solidali, liberi tutti» e in piazzale Clodio, ieri mattina, un gruppo di circa trenta persone ha accolto con cori e applausi i due manifestanti tornati liberi dopo la direttissima. Si tratta dei protagonisti degli scontri avvenuti il 4 ottobre scorso a Roma, durante il corteo pro-Palestina degenerato in guerriglia urbana all’Esquilino. Gli arresti, entrambi convalidati, non hanno però comportato misure cautelari.
Il primo imputato, Mario Rovoletto, 19 anni, della provincia di Padova, è accusato di resistenza e lesioni aggravate. Secondo la ricostruzione della polizia, avrebbe tentato di lanciare una bottiglia contro gli agenti in via Merulana e, durante il fermo, avrebbe ferito uno dei poliziotti. Il secondo, Giancarlo Morieri, 38 anni, di Bologna, libero professionista nel settore cinematografico e incensurato, è accusato di resistenza aggravata. L’uomo ha respinto ogni accusa, dichiarando in aula: «Mi ero avvicinato solo per capire cosa stava accadendo. Quando ho visto un poliziotto venire verso di me con fare minaccioso mi sono spaventato e sono scappato». Morieri ha ammesso di aver preso una sedia ma solo per difendersi: «L’ho usata per frapporla tra me e gli agenti, ero impaurito», ha spiegato.
Il pubblico ministero aveva chiesto per lui l’obbligo di dimora con il divieto di partecipare a manifestazioni, ma i giudici hanno ritenuto di non applicare alcuna misura. Il processo per il 19enne inizierà il 12 maggio, mentre quello per Morieri il 2 aprile. Nel frattempo, sono stati denunciati altri giovani, per lo più provenienti dal Centro-Nord, con soltanto un paio di romani riconducibili ai collettivi di Monteverde e Trieste antifascista.
Le indagini, coordinate dalla Digos, continuano per risalire ai responsabili materiali degli atti di devastazione avvenuti nella parte finale della manifestazione, quando la protesta pacifica si è trasformata in violenza: cassonetti rovesciati e incendiati, due auto distrutte — una delle quali della polizia — e le vetrine di un supermercato danneggiate. Quarantuno operatori delle forze dell’ordine, tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti penitenziari, sono rimasti feriti.
La polizia ha raccolto una grande quantità di video e immagini, comprese quelle realizzate con i droni, per identificare l’“ala dura” dei black bloc ancora senza nome. Gli investigatori stanno inoltre verificando la rete logistica che avrebbe supportato gli antagonisti arrivati da fuori Roma: tra i luoghi sotto esame ci sono il centro sociale Acrobax, il collettivo universitario Zaum e il Quarticciolo Ribelle, storicamente vicino al gruppo torinese Askatasuna.
Sullo sfondo, emergono anche tensioni interne ai movimenti, tra chi spingeva allo scontro con la polizia e chi invece chiedeva di non danneggiare la città. Parallelamente, la Digos sta analizzando anche i filmati dell’assalto di matrice neofascista al bar allo Statuto di piazza Vittorio, avvenuto a fine serata, per ricostruire il complesso intreccio di violenza che ha trasformato una manifestazione pacifica in una notte di caos nella Capitale.