
Roma, disabile a cui hanno bucato le gomme chiede giustizia
Il caso risale al maggio di due anni fa, ma solo oggi è arrivato a un punto di svolta che rischia di lasciare l’amaro in bocca alla vittima. Carla, 57 anni, disabile motoria, aveva lasciato la sua auto nel posto riservato lungo il Lungotevere dei Tebaldi, lo stesso che usa quotidianamente grazie al permesso personale che le spetta di diritto. Quando, nel pomeriggio del giorno successivo, è tornata a riprendere il veicolo, ha trovato una bruttissima sorpresa: le gomme anteriore e posteriore del lato sinistro completamente a terra, forate — come lei stessa ha denunciato — «probabilmente con un oggetto contundente».
Un gesto che, nella ricostruzione della donna, potrebbe non essere casuale. Solo tre sere prima, infatti, Carla era rientrata a casa e, trovando un’auto parcheggiata abusivamente nel suo posto, aveva chiamato la polizia. Il veicolo era stato rimosso poco dopo. Un episodio che, secondo i legali della 57enne, meriterebbe particolare attenzione come possibile movente. «La signora non ha nemici, l’unica situazione potenzialmente rilevante è quella rimozione», sottolineano i difensori.
Nonostante ciò, la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del caso, decisione contro la quale gli avvocati hanno presentato opposizione. Nel documento, il penalista Alessandro Gentiloni Silveri sottolinea come nel fascicolo «non sia stato fatto nulla per assicurare alla giustizia il responsabile», nonostante la natura del reato e la particolare vulnerabilità della vittima. Il danno, infatti, non sarebbe soltanto economico: Carla ha subito un forte stress e un aggravamento delle difficoltà legate alla sua condizione fisica.
Per i difensori, un’indagine più approfondita sarebbe stata necessaria. In particolare, si sarebbe potuto risalire all’auto rimossa quella sera e verificare — anche tramite l’analisi delle celle telefoniche — se il proprietario o l’utilizzatore del veicolo si fosse poi avvicinato alla macchina della donna. «È un punto di partenza essenziale», si legge nell’atto di opposizione.
Ora spetterà al giudice decidere se accogliere la richiesta dei legali e proseguire le indagini, oppure confermare l’archiviazione. Per Carla, intanto, resta una ferita aperta: un gesto vile consumato contro una persona fragile, e una verità che rischia di non emergere mai.