
Riforma dei balneari: gare nel 2027 e indennizzi ai titolari

Dopo decenni di rinvii, deroghe e polemiche, la riforma del settore balneare italiano sembra finalmente essere giunta a una svolta. Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo, mediato con Bruxelles, che recepisce la contestata direttiva Bolkestein, aprendo la strada a una regolamentazione del settore entro il 2027. La direttiva europea, che promuove la libera concorrenza e la trasparenza nelle concessioni pubbliche, ha avuto un impatto importante in Italia, dove il comparto balneare è da tempo dominato da un ristretto numero di concessionari, spesso in regime di proroga.
Il punto centrale della riforma è la necessità di mettere a gara, entro il 2027, le concessioni per l’uso delle spiagge, attualmente gestite da privati. Questa misura, richiesta dalla Commissione Europea, punta a garantire una maggiore apertura del mercato e a favorire una concorrenza più equa, a fronte di un sistema che per anni ha visto poche concessioni redistribuite tra gli stessi soggetti. Tuttavia, per non penalizzare i concessionari attuali, che hanno spesso investito ingenti risorse nelle loro attività, è stato previsto un meccanismo di indennizzo per chi perderà la gestione a favore di nuovi operatori.
Nonostante i tentativi del governo italiano di ottenere una deroga ulteriore, l’accordo con Bruxelles si è reso necessario per evitare procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese. Le associazioni di categoria restano in allerta, temendo che le nuove gare possano favorire grandi gruppi stranieri a scapito delle piccole imprese familiari italiane, che hanno gestito le spiagge per generazioni. La riforma, infatti, prevede criteri che permetteranno la partecipazione di grandi operatori internazionali alle gare, con la speranza di aumentare la trasparenza e migliorare i servizi offerti ai turisti.
Sul piano politico, il tema delle concessioni balneari ha visto una lunga serie di confronti tra le forze di governo, culminati in un incontro tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepremier Matteo Salvini, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’approvazione della riforma rappresenta dunque una tappa importante in un dibattito che si trascina da anni, in un settore cruciale per l’economia e il turismo del Paese.
Con il nuovo schema di regolamentazione, l’Italia si allinea finalmente alle normative europee, anche se resta da vedere come le nuove gare verranno effettivamente implementate e gestite. Nel frattempo, il settore balneare si prepara a vivere una trasformazione storica, con implicazioni che potrebbero ridisegnare il volto delle spiagge italiane.