
Politiche green: l’Italia in prima linea per stabilire nuove regole europee

Il governo italiano, guidato dalla Premier Giorgia Meloni, si prepara a combattere una delle sue più grandi battaglie in Europa: quella delle politiche green. Con il Green Deal al centro delle strategie europee per la decarbonizzazione entro il 2050, l’Italia si trova a dover affrontare un pacchetto di nuove regole che, secondo l’esecutivo, potrebbero avere conseguenze negative sul tessuto produttivo nazionale, in particolare nel settore dell’automotive.
La questione più urgente riguarda l’adozione delle nuove normative ambientali europee, che fissano scadenze e obiettivi stringenti per la riduzione delle emissioni di CO2 e la transizione verso un’economia sostenibile. Tuttavia, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha lanciato l’allarme: “Se non verranno apportate correzioni, il rischio è di mettere in ginocchio interi settori produttivi, in particolare l’industria automobilistica, già pesantemente colpita dalla crisi delle materie prime e dai costi energetici in aumento.”
L’Italia, insieme ad altri paesi europei, sta facendo pressione affinché le nuove regole tengano conto delle specificità delle economie nazionali, in modo da non penalizzare eccessivamente settori strategici. Un altro punto critico è l’obbligo di produrre solo veicoli elettrici a partire dal 2035, una scadenza che, secondo i rappresentanti del governo, rischia di causare gravi danni alle imprese italiane.
Il nostro governo ha chiesto una revisione delle norme, sostenendo che la transizione ecologica debba essere gestita con gradualità e accompagnata da misure concrete per sostenere le aziende durante il cambiamento e il premier Meloni, durante il recente incontro a Bruxelles, ha dichiarato che l’Italia non si oppone alle politiche green in linea di principio, ma chiede che vengano introdotti correttivi per evitare “un disastro sociale ed economico”.
Un altro fronte della battaglia riguarda la competitività delle imprese italiane rispetto a quelle di altri paesi europei e internazionali. Il ministro Urso ha evidenziato come le nuove regole rischiano di rendere le aziende italiane meno competitive rispetto a quelle di paesi come la Cina, dove le norme ambientali sono meno stringenti.
Nonostante le critiche, il governo italiano si dice pronto a collaborare con le istituzioni europee per trovare soluzioni equilibrate che permettano di coniugare la sostenibilità ambientale con la salvaguardia dei posti di lavoro e la competitività delle imprese. Il 25 settembre, il consiglio europeo discuterà un documento presentato dall’Italia con proposte di modifica al Green Deal. Il futuro delle politiche green in Europa potrebbe, dunque, dipendere da questo cruciale incontro.