
Operazione antidroga a Roma: arrestato Christian Ventre, detto “la Bestia”

Si faceva chiamare “la Bestia” e, come una belva, era pronto a tutto pur di dominare il suo territorio. Christian Ventre, 33 anni, è stato arrestato ieri dai carabinieri nell’ambito di una vasta inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha svelato un radicato sistema di spaccio di droga nella zona est della capitale. La sua ascesa, iniziata all’ombra della violenza e della droga, ha preso il volo dopo l’omicidio del fratello Fabrizio nel 2015, un regolamento di conti archiviato come passionale.
Secondo le indagini, Ventre avrebbe costruito il suo impero criminale con il sostegno di figure di spicco della malavita locale come Vincenzo Vallante, detto “Naruto”, e Manuel Del Papa, alias “Ciccio”, figlio di Luigi, legato al clan Senese.
Nemmeno la sua detenzione nel carcere di Rebibbia nel 2021 aveva interrotto il suo business. Da dietro le sbarre, grazie a un telefono cellulare introdotto illegalmente, continuava a impartire ordini per il traffico di cocaina. E anche gli arresti domiciliari successivi non avevano fermato la sua attività. Proprio intercettando la sua abitazione nei lotti popolari di Roma Est, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Frascati hanno potuto documentare la prosecuzione dello spaccio a pieno ritmo.
La casa di Ventre in via Suttner era diventata un vero e proprio quartier generale, dove si tenevano summit e riunioni con i complici, si dettavano le regole della distribuzione, si incontravano fornitori italiani e albanesi per pattuire i prezzi della droga. Gli investigatori ritengono che, nel tempo, Ventre sia diventato uno dei principali referenti dei potenti gruppi di Tor Bella Monaca, con l’ambizione di espandere la sua rete nelle aree a sud-est di Roma, da Borghesiana a Finocchio, passando per Vermicino, Fidene e Spinaceto, fino ad Albuccione, Zagarolo e Colleferro.
L’organizzazione gestiva principalmente il traffico di crack, la devastante droga che sta dilagando nelle periferie, ma anche hashish, venduto persino a minorenni. Tra gli acquirenti e i “galoppini” figurano anche membri di diverse famiglie sinti, nei confronti dei quali però non sono stati contestati reati. Le indagini, concentrate tra il novembre 2021 e il maggio 2022, hanno portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di Ventre e di altri dieci indagati (8 in carcere, 2 ai domiciliari, uno con divieto di dimora a Roma e uno con obbligo di presentazione in caserma) per reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti allo spaccio, alla detenzione ai fini di spaccio continuato e in concorso, nonché detenzione illecita di armi da sparo. Secondo gli inquirenti, “Il gruppo approvvigionava numerose piazza di spaccio del quadrante Est, per non meno di 100 grammi di cocaina”.
Il sistema di spaccio era organizzato come un servizio di “delivery”, con il trasporto della droga effettuato tramite auto a noleggio. Gli indagati comunicavano tramite WhatsApp o Wickr Me, app di messaggistica difficili da intercettare, e utilizzavano sistemi anti-traccia Kline. Come “token” per la consegna della droga, simile a quanto avviene nelle banche clandestine cinesi, il corriere doveva esibire il codice di una banconota da 5 euro condiviso tramite messaggi, una sorta di parola d’ordine.
A tenere la contabilità e a supervisionare gli incassi c’era Sharon, la compagna di Ventre, mentre una nipote, Giulia, custodiva il denaro. Oltre a “Ciccio”, figure apicali del gruppo erano Daniel Goyo Orza detto «Venezuela» e Massimo Roddi alias «Zio». Con quest’ultimo, la “Bestia” non tollerava ritardi di nessun tipo nei pagamenti: “Glie dovemo mette la pistola in bocca” si sentiva discutere tra i membri del gruppo in via Suttner a riguardo dei “morosi”.