
Niente apparizione in video per il Santo Padre, solo un messaggio scritto

Nella giornata del Giubileo dei malati, Papa Francesco avrebbe voluto essere presente, stringere le mani, offrire una carezza, ascoltare le storie di sofferenza e speranza dei tanti fedeli che ieri hanno attraversato la Porta Santa di San Pietro. Migliaia di persone in carrozzina o segnate dalla malattia si sono radunate con un unico desiderio: ricevere conforto e rinnovare la propria fede. Tuttavia, l’assenza fisica del pontefice ha segnato profondamente l’atmosfera dell’evento. Dopo quaranta giorni in ospedale e due settimane di convalescenza, il Papa resta in isolamento nella sua residenza a Santa Marta, protetto da qualsiasi rischio che possa compromettere il difficile cammino verso la guarigione.
La sua assenza, tuttavia, non ha significato distacco. Proprio perché oggi vive sulla propria pelle la malattia, la fragilità e la lenta ripresa, Francesco sente ancora più vicino il popolo che soffre. Non potendo affacciarsi o registrare il messaggio video previsto, ha scelto di affidare le sue parole a monsignor Rino Fisichella, che ha letto il messaggio al termine della celebrazione. In quelle righe, il pontefice ha espresso vicinanza e gratitudine, sottolineando come le preghiere dei malati abbiano sostenuto anche lui durante questi giorni difficili. Il Papa desiderava partecipare almeno con un segno, ma la stanchezza e la necessità di ossigeno hanno imposto una pausa, suggerita dai medici che lo seguono costantemente.
Le condizioni del Papa, pur in leggero miglioramento, richiedono ancora molta attenzione. La polmonite bilaterale che lo ha colpito non gli permette grandi sforzi. Ogni giorno alterna momenti di debolezza a piccole riprese, in un equilibrio precario che lo obbliga a rispettare alla lettera le prescrizioni sanitarie. Le sue giornate si svolgono all’insegna della preghiera privata, delle terapie respiratorie e del lavoro amministrativo che continua a seguire anche in convalescenza. Il percorso di guarigione è ancora lungo e incerto, ma la determinazione del pontefice resta intatta.
Il Giubileo dei malati assume così un significato nuovo. Non è solo l’incontro tra la Chiesa e chi soffre, ma anche la testimonianza viva di un Papa che, pur non presente fisicamente, incarna pienamente il senso della fragilità umana. Un Papa che oggi più che mai è uno di loro, un uomo anziano, provato dalla malattia, che continua a dare forza a chi cerca nel Vangelo una speranza per andare avanti.