
Lazio, premi e mercato: Lotito rilancia, Sarri attende risposte decisive
Una conversazione lunga quasi mezz’ora, appartata e intensa, durante la cena di Natale allo Spazio Novecento. Claudio Lotito e Mattia Zaccagni si sono confrontati lontano dai riflettori per fare il punto sugli ultimi episodi contestati, a partire dal rosso al capitano a Parma, tastare il polso allo spogliatoio e dare una nuova spinta motivazionale alla Lazio. Ne è scaturito un accordo verbale, ancora da ratificare, ma dal forte valore simbolico: due milioni di euro di premio in caso di qualificazione in Conference o Europa League, che diventerebbero 2,5 milioni in caso di un’eventuale e oggi utopistica Champions League. Un segnale chiaro di fiducia verso il gruppo, senza forzare la mano su Sarri, ma ribadendo che la società crede ancora negli obiettivi stagionali, campionato e Coppa Italia compresi.
Non è la prima volta che Lotito utilizza la leva dei premi per compattare l’ambiente. Nel 2013, alla vigilia della storica finale di Coppa Italia contro la Roma, mise sul piatto 60mila euro a testa per i giocatori, per un totale di 1,5 milioni. Oggi il contesto è diverso, ma la logica resta simile: rafforzare il senso di appartenenza in un momento delicato. La risalita fino all’ottavo posto e lo spirito combattivo mostrato nelle ultime settimane hanno rinvigorito il presidente, che non ha nascosto il suo ottimismo nel discorso tenuto all’Eur. «Fare previsioni è sempre errato, ma questa squadra ha ritrovato la voglia di stare insieme. Sta dimostrando di poter lottare alla pari con tutte e anche contro quello che sta avvenendo in campo», ha detto Lotito, parlando di un gruppo che «si compatta contro le avversità». Poi la promessa, rivolta anche a Sarri: «Renderò ancora più competitiva questa squadra. Sono fiducioso».
Dietro le parole, però, restano i nodi strutturali. Prima del 22 dicembre la Figc comunicherà ai club gli esiti della Commissione di controllo, chiamata a certificare i bilanci e le possibilità operative sul mercato. Lotito continua a ripetere che «il mercato dipende dalla Commissione», perché la differenza tra un mercato a saldo zero e uno realmente libero passa dalle cifre che verranno autorizzate. Tra vecchi crediti legati ai diritti tv e il rispetto della soglia dell’80% del costo del lavoro allargato, la Lazio potrebbe dover versare una somma – ipoteticamente intorno ai 4 milioni – per sbloccare completamente le operazioni in entrata e in uscita. Un passaggio cruciale non solo per rinforzare la rosa, ma anche per liberare i rinnovi contrattuali, oggi possibili solo senza aumento di ingaggio. Anche per questo, secondo alcuni, Lotito ha iniziato a parlare apertamente di premi.
La vera incognita resta Maurizio Sarri. Dopo aver scoperto il 23 giugno il blocco del mercato, il tecnico aveva deciso di proseguire, firmando un triennale fino al 2028, con la promessa di ricevere rinforzi rimandati a gennaio. Sarri, però, non è convinto che l’attuale rosa sia sufficiente per centrare l’Europa né attraverso la Serie A né tramite la Coppa Italia. Ritiene di aver già compiuto un mezzo miracolo dal ritiro a oggi e ora pretende un sostegno concreto. Se a gennaio non arriveranno tre o quattro innesti, il Comandante tirerà le somme a fine stagione. Non pensa alle dimissioni, ma non esclude scenari alternativi: le squadre che lo avevano cercato in estate, come Fiorentina e Atalanta, hanno già mostrato nuovi segnali di interesse.
Sarri aveva scelto di restare per «amore della Lazio» e perché aveva sposato un progetto di rilancio. Ora quel progetto è a un bivio. Tutto, ancora una volta, passa dalle decisioni di Lotito e dalla capacità del club di trasformare le promesse in fatti.