
Il futuro della Lazio passa dalla Champions League

Il cammino della Lazio in questa stagione sarà determinante per le strategie future del club. La qualificazione in Champions League rappresenta una priorità, sia per garantire stabilità economica sia per poter intervenire con maggiore libertà sul mercato. Il ds Fabiani ha confermato la volontà di consolidare il progetto sportivo: “La Lazio ha iniziato un nuovo ciclo e sarà valutato su un periodo di tre anni. Non abbiamo ceduto i nostri giocatori per non indebolire la rosa, ma a luglio sarà diverso”. Il futuro del club dipenderà dagli introiti derivanti dal piazzamento finale in Serie A o dall’eventuale successo in Europa League, che garantirebbe comunque l’accesso alla massima competizione europea.
Il mercato della Lazio si orienterà sempre più verso il player trading, sulla scia di società come Atalanta, Eintracht e Feyenoord. Dopo vent’anni di gestione improntata alla stabilità, il presidente Lotito sembra pronto a una nuova fase, in cui l’autosostentamento economico sarà la chiave. Le decisioni estive saranno influenzate dalla Champions e dalle offerte per i big della rosa. Tra i giocatori più appetibili ci sono Provedel e Romagnoli, ma anche Gila potrebbe partire per approdare in una big europea. Tavares, per cui l’Arsenal detiene ancora il 40% del cartellino, è stato seguito da Chelsea, Juventus e Inter. A ottobre Lotito dichiarava: “Non lo vendo neanche per 70 milioni”, ma oggi una cessione tra i 35 e i 40 milioni è più realistica. Anche Isaksen, Castellanos e Zaccagni hanno mercato, con il Napoli che ha già offerto 20 milioni per l’esterno italiano.
Sul fronte rinnovi e scadenze, la Lazio dovrà prendere decisioni importanti. Vecino e Pedro sono in bilico per la prossima stagione, mentre Lazzari e Patric restano sotto osservazione per i frequenti problemi fisici. Il rinnovo di Marusic sembra invece già concordato con una stretta di mano. La strategia di mercato dipenderà quindi dalla Champions: con gli introiti garantiti, la Lazio potrà consolidare la rosa senza sacrificare troppi elementi chiave, mentre senza l’accesso alla competizione europea saranno necessarie cessioni per equilibrare i conti.