
Fontana di Trevi a pagamento: dal 7 gennaio ticket da due euro per i turisti
Lanciare una monetina nella Fontana di Trevi resterà un rito simbolico e facoltativo, ma per ammirare da vicino uno dei monumenti più celebri al mondo i turisti dovranno presto mettere mano al portafoglio. A partire dal 7 gennaio 2026, l’accesso ravvicinato alla fontana più iconica della Capitale diventerà a pagamento, con un ticket di due euro destinato esclusivamente ai visitatori non residenti. Una svolta che segna un nuovo capitolo nella gestione del turismo a Roma e che mira a conciliare tutela del patrimonio e sostenibilità dei flussi.
La Fontana di Trevi, resa immortale da scene entrate nella storia del cinema come quella de “La dolce Vita” di Federico Fellini, è il secondo monumento più visitato di Roma dopo il Colosseo. Proprio l’enorme pressione turistica ha spinto il Campidoglio a intervenire. Secondo il nuovo assetto, l’area sarà organizzata con due corsie distinte: una riservata ai romani, che continueranno ad accedere gratuitamente, e una dedicata ai turisti, delimitate da paletti in ottone che sostituiranno le attuali transenne. Il pagamento del ticket potrà avvenire anche con carte di credito, in modo da semplificare l’accesso e ridurre le attese.
La misura, sostenuta dall’assessore al Turismo e ai grandi eventi Alessandro Onorato e approvata dall’amministrazione capitolina, ha come obiettivo dichiarato la salvaguardia del monumento. «È una scelta necessaria per proteggere uno dei simboli di Roma e garantire una fruizione più ordinata», è il ragionamento che accompagna il provvedimento. Ma oltre alla tutela, il ticket rappresenta anche una nuova fonte di entrate per le casse comunali.
Secondo le stime, il contributo da due euro potrebbe garantire introiti per circa 20 milioni di euro l’anno. Nei primi sei mesi del 2025 la Fontana di Trevi è stata visitata da oltre 5,3 milioni di turisti, un numero che supera nettamente quello registrato dal Pantheon nell’intero 2024. Numeri che spiegano perché il Campidoglio abbia deciso di intervenire proprio su questo monumento, simbolo della città e al tempo stesso uno dei più esposti al turismo di massa.
Gli incassi saranno destinati a nuovi investimenti nel settore turistico, seguendo una logica già sperimentata con la tassa di soggiorno. Nel solo 2024, grazie a quest’ultima, Roma ha incassato circa 200 milioni di euro, risorse utilizzate per interventi che spaziano dal miglioramento delle strade al potenziamento del trasporto pubblico, fino al restauro di beni e monumenti pubblici frequentati ogni anno da milioni di visitatori. «Mettere a reddito le nostre ricchezze è il modo migliore per proteggerle», aveva sottolineato già oltre un anno fa la ministra del Turismo Daniela Santanchè, esprimendo il suo consenso alla misura.
Anche il sindaco Roberto Gualtieri si era detto favorevole, evidenziando come la regolazione degli accessi sia ormai indispensabile in una città che affronta flussi turistici sempre più imponenti, soprattutto in vista del Giubileo. L’introduzione del ticket alla Fontana di Trevi si inserisce così in una strategia più ampia, che punta a governare il turismo senza snaturare l’identità della città.
Tra sostenitori e osservatori critici, la novità sembra comunque aver raccolto un consenso trasversale. Per i romani l’accesso resterà libero, mentre ai turisti sarà chiesto un piccolo contributo in cambio dell’esperienza di avvicinarsi a uno dei luoghi più amati e fotografati del pianeta. Un gesto simbolico, ma anche concreto, che segna il tentativo di Roma di trovare un equilibrio tra accoglienza e tutela del proprio patrimonio unico.