
FLP: “No a un contratto ponte: servono più risorse e lavoro agile rafforzato”
Le trattative per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali 2025-2027 sono ufficialmente iniziate all’Aran e il confronto si preannuncia decisivo per il futuro del pubblico impiego. A sottolinearlo è la FLP, che al termine del primo incontro ha ribadito che il nuovo contratto non potrà limitarsi a un intervento di transizione. «Il CCNL 2025-2027 non potrà essere un contratto ponte o di mera manutenzione», ha dichiarato il segretario generale Marco Carlomagno, ricordando come per la prima volta dopo decenni i rinnovi contrattuali tornino ad allinearsi al triennio di riferimento grazie alle risorse già stanziate in legge di Bilancio e alla firma del precedente accordo.
Il sindacato, pur riconoscendo l’importanza di procedere rapidamente alla distribuzione delle risorse disponibili, chiede un incremento delle somme stanziate, oggi fissate attorno al 5,4% a regime. Secondo Carlomagno, infatti, «è indispensabile superare definitivamente il tetto alle risorse dei FRD, che sottrae a monte fondi già disponibili nelle amministrazioni, intaccando il potere d’acquisto dei lavoratori». Una battaglia che si intreccia con la richiesta di rafforzare la detassazione del salario accessorio, oggi ritenuta ancora limitata e penalizzante rispetto al settore privato, con l’estensione anche ai benefici economici derivanti dal rinnovo contrattuale e alle tredicesime.
La FLP ha chiesto inoltre di liberare le risorse destinate al welfare aziendale, oggi bloccate dal tetto previsto in manovra, e di aumentare il valore dei buoni pasto, in linea con le nuove soglie di non imponibilità. Sul piano degli istituti, l’organizzazione sindacale propone di rendere pienamente operativa l’Area delle elevate professionalità, superando rigidità che ne impediscono l’applicazione, e di introdurre più livelli di inquadramento nelle Aree, così da riconoscere specializzazioni e responsabilità che oggi rischiano di essere appiattite.
Un capitolo centrale riguarda anche la revisione dei sistemi di valutazione, che incidono direttamente sul salario accessorio e sugli sviluppi di carriera. «È necessario garantire correttezza, trasparenza ed efficacia dei momenti di contraddittorio tra valutatori e valutati», ha evidenziato la FLP. Altro tema chiave è quello della formazione, che secondo il sindacato deve essere svolta sempre in orario di lavoro e riconosciuta come prestazione lavorativa anche quando avviene in modalità e-learning.
La trasformazione digitale e l’impatto dell’intelligenza artificiale sugli uffici pubblici sono un punto sensibile delle richieste sindacali. Per il lavoro agile e da remoto, la FLP chiede un rafforzamento delle norme contrattuali, definendo in modo più chiaro aspetti come recesso, temporaneità dell’istituto, recupero delle giornate non fruite e modalità flessibili di applicazione.
Secondo il sindacato serve infine una riscrittura organica del contratto, quasi un testo unico che riordini tutte le modifiche degli ultimi anni, superando interpretazioni unilaterali e restrittive su ferie, turnazioni, diritto allo studio, pari opportunità e benessere lavorativo. «È il momento di costruire un contratto coerente, chiaro e realmente applicabile», è la posizione espressa al tavolo negoziale.
Il prossimo incontro è previsto per il 18 dicembre e sarà dedicato all’analisi delle risorse economiche.
M.M.