
Dehors, proroga al 30 marzo per l’adeguamento al regolamento
Il rischio era quello di un vero e proprio ingorgo amministrativo, con circa quattromila pratiche destinate a riversarsi nei Municipi tra Natale e Capodanno. Una pressione difficile da gestire sia per gli uffici sia per i titolari di bar e ristoranti della Capitale. Alla fine, però, il Campidoglio ha scelto la strada della proroga. Con un emendamento approvato ieri in Aula Giulio Cesare, il termine per presentare le istanze di adeguamento al nuovo regolamento capitolino sulle occupazioni di suolo pubblico slitta dal 31 dicembre 2025 al 30 marzo 2026.
La modifica non interviene direttamente sul regolamento Osp, che con tutta probabilità sarà oggetto di ulteriori aggiornamenti nei prossimi mesi, ma sul Regolamento generale delle entrate. Una scelta tecnica che consente comunque di ottenere l’effetto più immediato: concedere più tempo agli esercenti per mettersi in regola senza bloccare l’attività amministrativa durante le festività. La proroga riguarda tutte le attività interessate, sia quelle che hanno usufruito delle concessioni straordinarie introdotte durante la pandemia Covid, sia quelle che già prima avevano tavolini e spazi esterni autorizzati.
L’emendamento introduce anche un chiarimento importante sul tema delle pedane, soprattutto nelle aree sottoposte a vincolo Unesco. Una questione tornata al centro del dibattito dopo una recente sentenza del Tar, che aveva riacceso le tensioni tra amministrazione e ristoratori. Il nuovo testo non apre a un via libera generalizzato, ma consente l’installazione di pedane in zona protetta solo previa istruttoria e a condizione che arrivino i pareri favorevoli delle Sovrintendenze competenti e della Polizia Locale. Una valutazione, quindi, caso per caso, che tiene insieme le esigenze delle imprese e la tutela del patrimonio storico.
Una linea che ha trovato il favore di una parte del mondo della ristorazione. Il gruppo “Roma più bella”, che nei mesi scorsi aveva contestato il divieto assoluto di pedane, ha accolto positivamente l’apertura, pur consapevole che la decisione finale resterà nelle mani dell’amministrazione. Sul punto è intervenuto anche il presidente della Commissione Commercio, Andrea Alemanni, che ha rivendicato il senso politico dell’intervento. «Allineiamo uffici e procedure. Interveniamo senza che venga aggiunta maggiore occupazione di suolo e allo stesso tempo correggiamo il tiro sulle pedane come sostenevo da tempo. Avremo più avanti altre modifiche al regolamento ma nel frattempo diamo una risposta concreta», ha commentato a caldo dopo il voto in Aula.
Nel pacchetto di novità rientra anche la decadenza dei piani di massima occupabilità a partire dal 1° gennaio 2026. Un passaggio che segna un cambio di passo nella gestione dello spazio pubblico, superando uno strumento che negli anni aveva finito per creare sovrapposizioni e rigidità. La scadenza resta però legata al nuovo termine fissato per le domande. «Le imprese hanno ora una nuova data per presentare le domande di adeguamento: chi non lo farà entro quel termine decadrà», ha chiarito l’assessora alle Attività produttive Monica Lucarelli, sottolineando che la proroga non equivale a una sanatoria generalizzata.
Lucarelli ha poi precisato che la disapplicazione dei piani comunali di massima occupabilità dal 1° gennaio 2026 segue la stessa logica di semplificazione e razionalizzazione. «Restano naturalmente salvi i piani della Sovrintendenza del 2006 che tutelano il patrimonio storico e monumentale», ha aggiunto, ribadendo che la salvaguardia dei beni culturali rimane un punto fermo dell’azione amministrativa.
Con questa decisione, il Campidoglio prova dunque a tenere insieme esigenze diverse: da un lato evitare un blocco burocratico e dare respiro a bar e ristoranti, dall’altro mantenere il controllo sull’uso dello spazio pubblico e sul decoro urbano. I prossimi mesi saranno decisivi per capire come verrà aggiornato il regolamento Osp e se le ulteriori modifiche annunciate riusciranno a rendere più stabile e chiaro il quadro normativo per uno dei settori più delicati e visibili della vita cittadina.