
Capalbio Film Festival, una vetrina per il cinema d’autore

Il Capalbio Film Festival, giunto alla sua terza edizione, ha confermato il suo ruolo di evento significativo nel panorama cinematografico italiano. L’inaugurazione di quest’anno è stata affidata al regista Marco Tullio Giordana, noto per pellicole come “La meglio gioventù”, il quale ha presentato il suo ultimo lungometraggio “La vita accanto”. L’opera, tratta dal romanzo di Mariapia Veladiano, racconta la vita di una complessa famiglia italiana tra gli anni Ottanta e Duemila, offrendo uno spaccato della società del tempo. Sul palco, al fianco del regista, sono salite anche due delle protagoniste principali: Sonia Bergamasco e Valentina Bellè, insieme a Paolo Pierobon, interprete del personaggio di Osvaldo. La narrazione si concentra su Maria, una ragazza nata con una vistosa macchia porpora sul viso, che cresce lottando contro i pregiudizi e i limiti che la società le impone, cercando il suo posto nel mondo.
Giordana, parlando della sua esperienza, ha descritto il cinema come una seconda vita, paragonandolo a un atto essenziale come il respirare. Questo, spiega, è il motivo per cui continua a fare film, spinto dalla necessità di trasmettere qualcosa al pubblico, un confronto continuo con la realtà e le emozioni. Nel contesto della pandemia, Giordana ha riconosciuto il difficile periodo per l’industria cinematografica, sottolineando l’importanza di eventi come il Capalbio Film Festival, in grado di riavvicinare il pubblico alle sale e promuovere un dialogo tra spettatori e artisti.
Con oltre vent’anni di carriera, Giordana rimane fedele alla sua visione personale del cinema, rifiutando di aderire alle mode del momento o di seguire formule predefinite. La sua attenzione si concentra invece sull’autenticità del racconto, convinto che solo continuando a sperimentare e innovare si possa mantenere vivo l’interesse del pubblico. Grazie alla sua abilità nel cogliere le sfumature dell’animo umano, i suoi film riescono a offrire uno sguardo profondo e intenso sulle relazioni personali e familiari, rendendolo uno dei registi più apprezzati del cinema italiano.
Il Capalbio Film Festival si conferma dunque non solo come una vetrina per il cinema d’autore, ma anche come un momento di riflessione e discussione, in grado di coinvolgere spettatori e addetti ai lavori in un dialogo costruttivo sulla settima arte.