
Rinvenuti sotto l’ex-deposito Atac i resti di un’antica città

Roma continua a rivelarsi un cantiere a cielo aperto, dove ogni angolo può nascondere un frammento del passato. Recentemente, sotto l’ex deposito Atac di via della Lega Lombarda, a pochi passi dalla stazione Tiburtina e dalle zone di piazzale delle Province e piazza Bologna, sono emersi resti straordinari di un’antica città, che raccontano una storia che abbraccia oltre duemila anni. Strade, sepolture e luoghi di culto, un patrimonio nascosto che va dalla preistoria fino al Medioevo, passando per l’epoca romana e l’Ottocento.
Nel 2010 è iniziato il cantiere che ha visto l’eliminazione del vecchio deposito dell’Atac, costruito durante il periodo fascista, per fare spazio a un grande progetto di recupero urbano. L’obiettivo è trasformare l’area in un polo di servizi per il territorio, con spazi come biblioteche, piazze e uffici. Ma quel che è emerso sotto il capannone è ben più di una semplice area destinata alla rigenerazione urbana. “Abbiamo pensato al Foro Italico come un foglio bianco, dove scrivere una nuova storia. E questa storia passa anche dalla valorizzazione dei beni archeologici che abbiamo ritrovato“, ha spiegato Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica, parlando della sfida della conciliazione tra rigenerazione e conservazione del patrimonio storico.
Gli scavi sono durati tre anni e hanno portato alla luce una straordinaria quantità di reperti. La soprintendente Daniela Porro ha sottolineato come l’imponente scavo abbia restituito testimonianze che vanno dal Pleistocene al VI secolo d.C. “Si colgono chiari segni di abbandono e spoliazione, ma anche testimonianze di una vita fiorente e articolata“, ha dichiarato Porro, rivelando che gli studi sui reperti sono ancora in corso. Il sito, situato al II miglio della Tiburtina antica, è di enorme importanza per comprendere l’estensione e la diffusione del territorio della Roma antica.
Per valorizzare e rendere accessibile questa straordinaria scoperta, la Soprintendenza ha avviato un progetto di valorizzazione, cofinanziato dal PNRR, del valore di 400mila euro. L’obiettivo è rendere il sito fruibile ai cittadini e ai visitatori, creando uno spazio che permetta di esplorare la storia di Roma in modo diretto e coinvolgente. La realizzazione di questo progetto è prevista per il prossimo anno e, una volta completato, sarà un ulteriore elemento di arricchimento del già ricchissimo patrimonio archeologico della Capitale.
Il sito racconta una storia lunga millenni. Le prime tracce, risalenti alla preistoria, comprendono fossili di grandi mammiferi e testimonianze di un sistema di drenaggio delle acque di falda realizzato con cunicoli e pozzi. Successivamente, tra l’epoca di Giulio Cesare e quella imperiale, il sito è stato caratterizzato da complessi edilizi destinati sia al culto che a funzioni residenziali e produttive. Tra i ritrovamenti, si distingue una vasta area funeraria con tombe a fossa e un piccolo mausoleo semi-ipogeo.
Nel Medioevo, l’area cominciò a subire un lento abbandono, testimoniato da semplici murature e ceramiche medievali rinvenute durante gli scavi. La zona venne gradualmente trascurata, per poi essere riscoperta e rinnovata nel XIX secolo, quando fu costruita una strada utilizzando materiali recuperati dalle strutture romane. Questo rifacimento, seppur recente, ha contribuito a preservare la memoria di un luogo che si è evoluto nel corso dei secoli.
Oggi, il sito è un luogo vivo, in continuo studio e trasformazione. Gli scavi hanno messo in luce non solo il passato, ma anche il potenziale di un futuro che guarda alla storia come fonte di arricchimento culturale. Con il piano di valorizzazione in corso, Roma si prepara a presentare al mondo una delle sue più affascinanti scoperte archeologiche, un sito che racconta non solo la storia di un’antica città, ma anche la capacità di rigenerare il passato per costruire il futuro.