
Arrestato il pugile Leonardo Bevilacqua, accusato di estorsione aggravata
Aveva raccontato di voler cambiare vita dopo l’uscita dal carcere, puntando tutto sulla boxe e su un nuovo percorso personale. Ma quella promessa si è infranta in pochi mesi. Leonardo Bevilacqua, 39 anni, ex pugile conosciuto per anni come “Bruno lo zingaro” e poi ribattezzatosi “Er Meraviglia”, è stato arrestato ancora una volta. Secondo gli investigatori era a capo di una banda di estorsori attiva soprattutto nei Castelli romani, un gruppo che offriva una sorta di giustizia privata fatta di intimidazioni, pestaggi e minacce armate.
A finire in manette con lui anche altri tre uomini, ritenuti suoi fedelissimi. Tre sono stati portati in carcere, mentre il quarto è stato posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Tutti sono accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso. L’operazione è stata condotta dai carabinieri di Frascati al termine di mesi di indagini, avviate grazie alla denuncia di una delle vittime.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i fatti risalgono allo scorso aprile. A rivolgersi alla banda sarebbe stato il padre di una ragazza che vive tra Zagarolo e Pantano. L’uomo era convinto che la figlia fosse stata molestata e picchiata da un cittadino albanese e aveva deciso di “punirlo” affidandosi ai presunti giustizieri. Bevilacqua e i suoi avrebbero proposto un pagamento da 15mila euro per intimidire il presunto molestatore. Il padre della ragazza avrebbe accettato, pagando la somma in due tranche, prima 4mila e poi 11mila euro.
L’intimidazione, secondo il racconto della vittima, sarebbe stata effettivamente portata a termine. Ma a distanza di circa un mese i rapporti si sono ribaltati. Il bersaglio della violenza estorsiva sarebbe quindi diventato lo stesso cliente. Bevilacqua e la sua “batteria”, come il pugile avrebbe definito il suo gruppo, si sono presentati nel ristorante dove avevano incontrato l’uomo, cercando deliberatamente un pretesto per scatenare una lite, poi avvenuta.
Il giorno successivo sarebbe quindi arrivata la richiesta di denaro: un risarcimento di 37mila euro per l’affronto subito. Una richiesta accompagnata dalla minaccia di passare alle armi. Terrorizzato, l’uomo avrebbe accettato di pagare, consegnando insieme al genero 10mila euro in contanti in un bar di Monte Compatri. Ma quella non sarebbe stata l’unica somma versata.
Da quel momento le intimidazioni sarebbero diventate sempre più violente. In uno degli episodi più gravi, la banda avrebbe fatto irruzione nel supermercato dove lavorava il genero della vittima, minacciandolo di morte e puntandogli una pistola alle gambe. Un’escalation che ha spinto finalmente le vittime a rivolgersi ai carabinieri.
Le indagini hanno consentito di identificare Bevilacqua attraverso le fotografie segnaletiche e di ricostruire il ruolo degli altri tre membri del gruppo, tutti ritenuti suoi collaboratori diretti. Per il pugile si tratta dell’ennesimo ritorno in carcere. Nel 2020 era già stato arrestato in un maxi blitz antidroga a Tor Bella Monaca. Dopo la detenzione aveva provato a reinventarsi, cambiando soprannome e presentandosi come un uomo nuovo. Ma, come sottolineano gli investigatori, quella nuova vita è durata poco.
M.M.