
Agguato all’Ostiense, la pista porta a Ponte Milvio e all’omicidio Pascu

Un filo sottile, ma che gli inquirenti stanno seguendo con attenzione, connette l’agguato avvenuto all’alba di domenica sulla via Ostiense con gli ambienti di Ponte Milvio. Un “nodo” cruciale in questa fase investigativa è rappresentato dal legame tra la vittima, un buttafuori egiziano di 27 anni attivo in diverse discoteche di Roma Nord, e Adrian Pascu, il giovane romeno ucciso a Primavalle nel dicembre 2021. La vittima dell’agguato portava al collo una catenina con l’effige di Pascu, per il cui omicidio gli assassini non sono ancora stati individuati.
Adrian Pascu, legato alla banda degli albanesi di Ponte Milvio, era un «caro, carissimo amico» dell’uomo ferito gravemente domenica mattina. Dietro questo legame si staglia lo scenario dei locali notturni di Ponte Milvio, area in cui è cresciuta e si è consolidata la “batteria” degli albanesi, considerata il braccio armato del defunto Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”.
Pur mantenendo cautela nel tracciare collegamenti affrettati, emerge chiaramente un forte rapporto di amicizia tra un uomo assassinato e un altro che ora lotta tra la vita e la morte. Pascu, il cui nome era emerso anche nell’ambito del tentato omicidio di Leandro Bennato come possibile “palo”, fu ucciso con una calibro 7.65. Il suo nome è indissolubilmente legato agli albanesi che intrattenevano affari con l’ex capo ultrà della Lazio. Elvis Demce aveva menzionato Pascu in relazione agli affari che quest’ultimo aveva con l’ex calciatore laziale Alessandro Corvesi. Prima della sua morte, Pascu lavorava come pizzaiolo in un locale di Ponte Milvio, dove pare avesse lavorato anche l’egiziano vittima dell’agguato. Un’amicizia nata casualmente e rafforzatasi nel tempo, testimoniata dalla catenina ritrovata sul corpo del 27enne, ora ricoverato in gravi condizioni al Sant’Eugenio dopo essere stato operato per rimuovere un proiettile dalla testa.
Le condizioni dell’uomo rimangono critiche, ma il racconto della moglie, una donna italiana che ha dato alla luce il loro figlio poche ore dopo l’agguato, potrebbe rivelarsi prezioso per le indagini. I carabinieri del Gruppo e della Compagnia di Ostia intendono riascoltarla nei prossimi giorni. Al momento, è esclusa l’ipotesi di una lite con clienti della discoteca “Nice”, dove il 27enne aveva lavorato come buttafuori per la prima volta sabato sera.
La dinamica dell’agguato appare chiara: l’egiziano ha lasciato il locale intorno alle cinque di domenica mattina a bordo di una Smart bianca non di sua proprietà né della moglie, ma utilizzata da diverse persone. Mentre tornava a casa a Vitinia, è stato seguito e poi tamponato sull’Ostiense, perdendo il controllo dell’auto che è finita sulla corsia opposta. A quel punto sono stati esplosi diversi colpi, quattro dei quali hanno raggiunto il bersaglio. Non sono stati trovati bossoli sulla strada, il che fa supporre che possano essere rimasti nell’auto degli aggressori, attualmente ricercati. Il 27enne, con piccoli precedenti, è stato colpito all’addome e alla testa, segno che chi ha sparato voleva ucciderlo, agendo con la precisione di professionisti.
Sull’asfalto è stata rinvenuta una pistola a tamburo, una Smith & Wesson calibro 38, risultata rubata e che quasi certamente era nella disponibilità della vittima, sebbene siano in corso accertamenti per verificare eventuali impronte di terzi. Nelle tasche dell’uomo sono stati trovati circa 300 euro in banconote di piccolo taglio, facendo ipotizzare un’attività di spaccio.