
Roma, si scava sotto la villa del cassiere della Banda della Magliana
Il cancello di villa Osio si è aperto all’alba, segnando l’inizio di una nuova fase di scavi nella storica residenza appartenuta a Enrico Nicoletti, l’ex cassiere della Banda della Magliana. A quasi trent’anni dal sequestro dell’immobile, oggi sede della Casa del Jazz, artificieri, reparti cinofili e forze dell’ordine hanno iniziato a lavorare per riportare alla luce ciò che potrebbe nascondersi nel tunnel sotterraneo scoperto otto mesi fa. Si ipotizza la presenza di armi, gioielli e forse anche resti umani, tra cui quelli del magistrato Paolo Adinolfi, scomparso nel 1994 in circostanze mai chiarite.
Le ricerche si concentrano attorno al pozzo individuato grazie ai georadar, tecnologia fortemente voluta dall’allora giudice Guglielmo Muntoni, che per primo intuì l’esistenza del passaggio nascosto. A marzo gli strumenti avevano rilevato la presenza di oggetti metallici sotto la superficie; da qui l’avvio del cantiere, sostenuto da Confcooperative e dalla Camera di Commercio di Roma. La Prefettura coordina l’intera operazione, mentre le procure di Roma e Perugia sono state informate degli sviluppi.
Ieri gli scavi sono iniziati con pale e picconi, ma già nella tarda mattinata si è reso necessario l’impiego di mezzi meccanici. Presente anche Lorenzo Adinolfi, figlio del magistrato scomparso, che ha seguito con emozione ogni fase. L’obiettivo è completare le ricerche entro una settimana, nella speranza di trovare risposte a un mistero lungo quasi tre decenni. Già nel 1996, un’indagine della Procura di Perugia si era concentrata sulla possibile uccisione di Adinolfi da parte della Banda della Magliana, ipotesi avanzata da un faccendiere siciliano. All’epoca si sospettava che il giudice stesse per rivelare informazioni sensibili sui legami tra Nicoletti, la società Ambra Assicurazioni e le indagini del pm Carlo Nocerino.
Lo scavo attuale potrebbe chiarire ciò che allora non venne portato a termine. Il tunnel, lungo almeno 500 metri e utilizzato come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale, era stato inglobato nella villa di Nicoletti e forse impiegato come nascondiglio. Residenti della zona ricordano quel cunicolo come un luogo in cui da bambini si avventuravano, prima che il boss edificasse la sua residenza sopra di esso. Sul posto è presente anche la Soprintendenza statale, dato che l’area si trova non lontano dalle Terme di Caracalla e potrebbe restituire reperti archeologici di rilievo.
Mentre gli scavi proseguono, resta forte il dubbio che proprio sotto la Casa del Jazz possa emergere una verità attesa da trent’anni. Un sospetto che non si è mai dissolto e che oggi, grazie a nuovi strumenti e nuovi investimenti, potrebbe trovare finalmente risposte.
M.M.