
Ostia, vertice con la Commissione Antimafia in Municipio

L’attenzione dello Stato su Ostia e sull’intero X Municipio torna altissima. Non solo per i recenti fatti di cronaca, ma per una rete criminale che continua a tentare di radicarsi nel territorio. Dalle intimidazioni e gambizzazioni dell’ultima estate alle fibrillazioni legate al narcotraffico, il litorale romano resta un punto nevralgico di interesse per clan locali e organizzazioni più strutturate, con legami che si estendono fino alla camorra.
Proprio per fare il punto sulle inchieste in corso e sulle nuove strategie di contrasto, ieri è arrivata nel municipio la Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo. «Abbiamo scelto di venire a Ostia prima ancora dei fatti degli ultimi giorni», ha chiarito la presidente. «Non possiamo permettere che i successori del Grande Accordo Anulare provino a riappropriarsi del territorio attraverso guerre intestine».
Dopo anni di operazioni e arresti che hanno decapitato le storiche famiglie criminali, da Spada a Fasciani, il rischio oggi è quello di un ritorno parziale delle vecchie organizzazioni, o di nuove alleanze nate attorno ai traffici di droga e al racket delle occupazioni. Come ha spiegato la Colosimo, non tutti gli episodi di violenza recente hanno legami diretti con la criminalità organizzata, ma è chiaro che «non si può abbassare la guardia». L’obiettivo è garantire una presenza capillare delle forze dell’ordine, rafforzare i controlli e impedire che si ricrei una struttura criminale dominante come in passato.
Sul territorio, infatti, lo Stato ha già aumentato la dotazione di personale: oltre 60 nuovi agenti tra Polizia e Polizia Locale si sono aggiunti ai presidi del commissariato Lido e dei gruppi territoriali. A questi si somma una task force interforze per controlli mirati nelle aree più sensibili, dove si concentrano spaccio e occupazioni abusive. «Ringrazio la Commissione perché ha colto un momento decisivo per Ostia», ha dichiarato il prefetto Lamberto Giannini, ricordando le numerose interdittive antimafia e il riutilizzo dei beni confiscati. «Ogni azione dello Stato crea dei vuoti che qualcuno tenta di riempire, ma oggi c’è una chiara volontà di andare avanti».
Sul piano operativo, il piano di sicurezza prevede la creazione di varchi elettronici per il controllo dei flussi veicolari in entrata e uscita da Ostia, veri e propri “checkpoint virtuali” in grado di registrare le targhe e segnalare movimenti sospetti. Aumentano anche le telecamere di sorveglianza, che passeranno da 66 a 89 dispositivi digitali, con altri 18 in fase di installazione. A questo si aggiunge un finanziamento di 2,7 milioni di euro destinato al miglioramento dell’illuminazione pubblica e alla riconversione di quattro immobili confiscati alla criminalità, due a Ostia e due a Infernetto.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha sottolineato che «la fermezza dello Stato ha inferto colpi pesanti, ma da sola non basta: serve la collaborazione dei cittadini e l’impegno dei giovani nel rifiutare la cultura dell’illegalità».
Nonostante i colpi inflitti ai clan, il narcotraffico resta il principale canale di ricchezza e potere per le organizzazioni che operano sul litorale. Le inchieste della Procura di Roma continuano a documentare un mercato in crescita, con un sistema capillare di piazze di spaccio e contatti diretti con i fornitori internazionali. Dietro le quinte, secondo gli inquirenti, resta ancora forte l’influenza di Michele Senese, boss ergastolano che — anche dal carcere — eserciterebbe un ruolo di coordinamento. A lui vengono attribuiti rapporti con figure coinvolte nel passato omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”.
I vecchi clan locali, dagli Spada ai Fasciani, sopravvivono oggi in forma ridotta, con eredi e affiliati che agiscono solo con il consenso dei gruppi dominanti. Accanto allo spaccio, il business si allarga a usura, estorsioni e occupazioni abusive di case popolari, come confermano gli arresti del 2023 di una coppia legata ai Fasciani per autoriciclaggio e agevolazione mafiosa.
La sfida per Ostia, come ha ricordato la Commissione, è doppia: sradicare la criminalità e rafforzare la fiducia dei cittadini nello Stato. Solo così il litorale romano potrà scrollarsi di dosso il peso di un passato ingombrante e tornare a essere un territorio libero, sicuro e vivibile.