
Adesca un 17enne con l’inganno e lo molesta: condannato 67enne

Si era finto amico, sfruttando il suo cane per conquistare la fiducia di un ragazzo di 17 anni. Ma dietro quella maschera si nascondeva un predatore. Un uomo di 67 anni, originario del Venezuela, è stato condannato a tre anni di reclusione per violenza sessuale su minore e resistenza a pubblico ufficiale.
I fatti risalgono a novembre scorso, nella zona della stazione Giardinetti, lungo la via Casilina, a Roma. La sentenza è arrivata ieri al termine del processo con rito abbreviato, che ha permesso all’imputato di ottenere uno sconto di pena, rispetto ai sei anni richiesti dalla Procura. Tutto è iniziato con incontri apparentemente casuali. Il ragazzo aveva conosciuto l’uomo all’uscita della metro, perchè il cane che portava al guinzaglio aveva attirato la sua attenzione. I due hanno iniziato a parlare, a rivedersi nei giorni successivi e infine a scambiarsi i numeri di telefono.
Il 23 novembre, il venezuelano ha chiesto al ragazzo di accompagnarlo per una passeggiata. Lo ha poi condotto in una stradina buia e isolata, dove, secondo il capo d’imputazione, lo ha afferrato con forza, baciato sul collo e palpeggiato sotto i pantaloni. L’adolescente è riuscito a liberarsi con una scusa ed è tornato a casa, dove ha confidato tutto alla madre. «Sarà durato due o tre minuti al massimo, ma sul momento ero gelato», ha raccontato il giovane ai carabinieri della stazione Tor Vergata.
Due giorni dopo, il 25 novembre, il 67enne è tornato nei pressi della stazione Giardinetti. Vedendo arrivare di nuovo il ragazzo, ha cercato di ripetere le stesse molestie. Ma questa volta, i carabinieri erano appostati: hanno assistito alla scena in diretta. Quando le forze dell’ordine sono intervenute, l’uomo ha reagito con violenza, sferrando pugni e gomitate contro i militari per tentare la fuga. È stato infine bloccato e arrestato. Dalle successive indagini è emerso che l’uomo, poco prima degli abusi, aveva mostrato al ragazzo selfie personali e immagini di statue maschili nude scattate ai Musei Vaticani, ingrandendone le parti intime.
Il giudice ha stabilito per lui una condanna a tre anni, confermando la gravità dei fatti ma riconoscendo lo sconto del rito abbreviato. Attualmente, l’uomo si trova agli arresti domiciliari. La condanna rappresenta un primo passo verso la giustizia, ma la vicenda ha sollevato forte inquietudine nel quartiere, dove la storia è esplosa come un pugno nello stomaco: perché è accaduto in pieno giorno, in un luogo pubblico, dove nessuno si sarebbe aspettato una simile violenza.