Il fascicolo dell’indagine sull’ex-pm Prestipino va al tribunale di Roma

02/05/2025

L’indagine che coinvolge l’ex procuratore Michele Prestipino sta suscitando preoccupazione tra i colleghi della magistratura. Il procuratore è indagato a Caltanissetta per rivelazione del segreto istruttorio aggravata dalla sua presunta facilitazione alla mafia. La questione ha scosso non solo gli ambienti giudiziari ma anche la struttura della Direzione Nazionale Antimafia (Dna), di cui Prestipino è stato un importante membro. Saranno quindi i magistrati di Roma, ex-colleghi dell’indagato, a valutare la sua posizione in merito all’inchiesta in corso.

L’indagine ha avuto inizio dopo che Prestipino, fino all’anno scorso membro di spicco della Dna, è stato accusato di rivelare informazioni confidenziali durante un incontro avvenuto in un ristorante romano. Il procuratore aggiunto della Dna, Giovanni Melillo, ha immediatamente revocato le deleghe a Prestipino e ha trasmesso la notizia al Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e alla Procura Generale della Cassazione per esaminare possibili implicazioni disciplinari.

Durante il pranzo con Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e Francesco Gratteri, ex poliziotto e consulente del gruppo Eurolink, Prestipino avrebbe rivelato informazioni delicate riguardanti le indagini su infiltrazioni mafiose negli appalti, in particolare sul progetto del ponte sullo Stretto. I magistrati di Caltanissetta hanno ascoltato le intercettazioni telefoniche che, secondo le indagini, confermerebbero che le informazioni sensibili sono state fornite a persone non autorizzate.

L’indagine che coinvolge Prestipino riguarda il più ampio contesto degli depistaggi legati alla strage di via D’Amelio e all’agenda rossa di Paolo Borsellino, scomparsa misteriosamente dopo l’attentato. I dettagli trapelati dalle intercettazioni e l’analisi dei fatti hanno suggerito la connessione tra Prestipino, De Gennaro, e Gratteri. A sollevare dubbi sulla competenza del tribunale di Caltanissetta è stato l’avvocato di Prestipino, Cesare Placanica, che ha depositato una memoria per chiedere la trasmissione del fascicolo a Roma, dove la competenza territoriale sulla questione è stata recentemente ridefinita.

L’indagine continua a suscitare preoccupazione e i magistrati di Caltanissetta stanno ora preparando il caso da trasferire a Roma. La questione sollevata riguarda non solo la rivelazione di informazioni riservate, ma anche la possibile implicazione di altri membri della sicurezza collegati al progetto del ponte. Il futuro di Prestipino rimane incerto, con l’ipotesi di un ritiro anticipato dalla magistratura che potrebbe essere una delle opzioni in gioco. In attesa di ulteriori sviluppi, il caso solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle istituzioni coinvolte.

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