
Papa Francesco si è recato in visita ai detenuti di Regina Coeli

Il Giovedì Santo di Papa Francesco quest’anno è stato segnato da una visita simbolica a Regina Coeli, storico carcere romano a pochi minuti dal Vaticano. Non una cerimonia liturgica vera e propria, come avvenuto in passato, ma un saluto breve e carico di significato. Le condizioni fisiche del Pontefice, ancora in convalescenza, non gli consentono di ripetere il gesto della lavanda dei piedi. Tuttavia, l’intenzione di testimoniare vicinanza al mondo carcerario è restata immutata.
La decisione del Papa, maturata all’ultimo minuto, ha colto di sorpresa anche il cappellano del penitenziario, padre Vittorio Trani, che ha spiegato: «Se il Papa decide di venire, cosa di cui saremmo tutti felici, è chiaro che non ci potrà essere nessuna cerimonia per la messa in Coena Domini, perché non avremmo il tempo necessario per allestirla». Al suo ingresso, il Pontefice è stato accolto da una ovazione da parte delle persone trattenute nel penitenziario, di varie nazionalità. Mentre all’uscita, dopo circa 20 minuti di visita, Bergoglio è stato accompagnato dai cori “Francesco, Francesco”, parole scandite e ben ascoltabili dall’esterno del penitenziario. Dopo un breve saluto da parte della direttrice, che ha espresso la gratitudine dell’intera comunità per la visita, Papa Francesco ha espresso il suo desiderio di essere presente tra i detenuti: “A me piace fare tutti gli anni quello che ha fatto Gesù il Giovedì Santo, la lavanda dei piedi, in carcere”, ma ha aggiunto con rammarico: “Quest’anno non posso farlo, ma posso e voglio essere vicino a voi. Prego per voi e per le vostre famiglie”.
Fin dal suo primo pontificato, Bergoglio ha scelto di celebrare il Giovedì Santo nei luoghi della sofferenza: carceri, ospedali, centri per minori. Anche quest’anno, nonostante le difficoltà fisiche, ha voluto mantenere questa tradizione. Nella recente bolla Spes non confundit, documento ufficiale per l’Anno Santo, ha ribadito l’invito ai governi di tutto il mondo a considerare forme di amnistia o indulto, in linea con lo spirito biblico del Giubileo.
Segnali incoraggianti sullo stato di salute del Papa sono arrivati anche ieri mattina, quando ha ricevuto in udienza privata 70 tra medici, infermieri e dirigenti del Policlinico Gemelli Isola Tiberina. Li ha accolti con parole di riconoscenza: «Grazie, grazie, grazie», ha ripetuto più volte, con una voce più sicura rispetto a quella flebile udita durante la Domenica delle Palme. A sorpresa, si è concesso anche una battuta rivolta alla rettrice dell’Università Cattolica, Elena Beccalli: «Quando ci sono le donne che comandano, le cose vanno meglio».
Segno evidente che la convalescenza sta dando i suoi frutti. Per la messa di Pasqua, il Papa ha deciso di delegare il cardinale Angelo Comastri, ottantenne ed ex arciprete della basilica di San Pietro, in pensione da qualche anno. Comastri sostituirà il Pontefice per la celebrazione liturgica, ma sarà Francesco a impartire la benedizione Urbi et Orbi dal balcone centrale di San Pietro, un gesto solenne seguito da milioni di fedeli nel mondo.