
La Fontana dei Quattro Fiumi torna a splendere a Piazza Navona

Dopo sette mesi di intensi lavori di restauro, la Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini torna a splendere in Piazza Navona. Con un investimento di 309mila euro, l’opera barocca, che da quasi 400 anni affascina visitatori da tutto il mondo, è stata riconsegnata alla città in una cerimonia presieduta dal sindaco Roberto Gualtieri. L’evento si è svolto in concomitanza con il Tavolo istituzionale per il Giubileo, presieduto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le istituzioni per valorizzare il patrimonio storico e artistico della Capitale. Durante la cerimonia, il sindaco ha attivato l’acqua della fontana, suscitando meraviglia tra i presenti, proprio come accadde il 12 giugno 1651, giorno della sua inaugurazione.
La fontana, simbolo di armonia tra architettura e scultura, rappresenta i quattro grandi fiumi dei continenti allora conosciuti: il Danubio per l’Europa, il Gange per l’Asia, il Nilo per l’Africa e il Rio della Plata per l’America. L’opera, commissionata da Papa Innocenzo X per il Giubileo del 1650, è un esempio magistrale dell’arte barocca, capace di evocare movimento ed emozione in ogni dettaglio. Tra le curiosità che circondano la fontana, spicca la leggenda della rivalità tra Bernini e Francesco Borromini, architetto della vicina chiesa di Sant’Agnese. Secondo il mito, le statue della fontana lanciano messaggi simbolici verso la chiesa, alimentando storie che continuano ad affascinare romani e turisti.
Il restauro, finanziato con i fondi del PNRR, ha incluso interventi fondamentali per preservare la fontana dal degrado causato dall’inquinamento e dal tempo. Tra le operazioni più significative, la ricostruzione della falange della mano sinistra della statua del Danubio, mancante dagli anni Ottanta. Questo intervento si inserisce in un progetto più ampio del Campidoglio che prevede il restauro di 55 fontane storiche di Roma, celebri in tutto il mondo per il loro fascino unico. Conclusa la cerimonia, i partecipanti si sono affrettati a scattare foto, celebrando un patrimonio che continuerà a brillare nel tempo, unendo storia, arte e leggenda.