
Spagna-Italia 1-0, non c’è storia

Una lezione di calcio. La Spagna si prende con merito il primo posto matematico nel girone, mentre l’Italia, battuta molto più nettamente dell’1-0 finale, dovrà conquistare gli ottavi lunedì contro la Croazia. Per tenerci il secondo posto (e non sperare di essere una delle migliori quattro terze) avremo a disposizione due risultati su tre a favore. In più, fortunatamente, di fronte ci sarà un avversario di un’altra pasta. Perché stasera gli uomini di De La Fuente ci hanno schiacciato sotto tutti gli aspetti e hanno ridimensionato le nostre ambizioni. Chi pensava di giocarsela alla pari con i maestri del tiqui taca è tornato sulla terra: la differenza in questo momento è abissale e chiudiamo i novanta minuti con un solo “tiro” nello specchio, a quattro minuti dalla fine con Cristante. Donnarumma è di gran lunga il migliore: è lui a evitare una goleada. Di Lorenzo si ricorderà a lungo dello scatenato Nico Williams, ma abbiamo perso praticamente tutti i duelli. A livello di singoli e di organizzazione di squadra. Altro che Spagna più verticale e meno di palleggio: ci hanno fatto ballare.
Spalletti sceglie gli stessi undici che hanno battuto l’Albania, mentre De La Fuente fa un unico avvicendamento rispetto al 3-0 alla Croazia: Laporte per Nacho al centro del pacchetto arretrato. Si gioca in uno stadio esaurito, ma equamente diviso tra le due tifoserie. La Spagna parte forte, con il palleggio, per poi allargare il gioco sugli esterni. Non a caso la prima occasione nasce da una scorribanda a sinistra di Williams che salta Di Lorenzo e crossa per Pedri: Donnarumma alza in angolo il colpo di testa con un grande riflesso. In campo ci sono solo gli iberici e nei primi cinque minuti il pallone lo hanno solo loro: il piano tattico degli azzurri, ovvero essere intraprendenti e non subire, sembra già un ricordo. Spalletti chiede ai suoi di tenere un po’ la sfera, anche a costo di appoggiarsi con il lancio su Scamacca. La mareggiata dalla Roja dà una breve tregua, ma al decimo arriva una seconda occasione clamorosa che Nico Williams, su traversone dalla sinistra di Morata, sciupa non inquadrando lo specchio. I tre centrocampisti spagnoli non stanno fermi un attimo e Fabian, che mette in crisi Frattesi, è addirittura più nel vivo di Pedri, ma una grande partita la fa anche Cucurella, abile ad azzerare i rifornimenti per Chiesa. L’Italia ci prova soprattutto a sinistra, perché Yamal non fa la fase difensiva, e così Dimarco ha spazio. In porta però tirano solo i nostri avversari e ci vuole di nuovo un super Donnarumma per dire di no in una manciata di secondi a Morata e a Fabian. Alla mezzora il possesso palla è eloquente (63% per gli iberici), ancora di più le conclusioni (7-0): siamo ostaggi della Spagna perché le distanze tra i reparti non solo quelle giuste, Jorginho fatica a certi ritmi e in avanti non troviamo quasi mai spunti sulle corsie laterali. Chiudono la prima frazione con un tiro alto, il primo, di Chiesa e la sensazione è che lo 0-0 all’intervallo sia… un regalo della Dea Bendata.