
Ubaldo Manuali: al processo parlano le vittime drogate e stuprate dal netturbino

In una storia intricata e sconvolgente, il processo contro Ubaldo Manuali, netturbino romano, si dipana con testimonianze scioccanti delle vittime che raccontano di incontri su social network, cene apparentemente innocenti trasformate in veri incubi e la scoperta di abusi attraverso video. Il 59enne è accusato di violenza sessuale plurima, con l’aggravante di avere narcotizzato le sue vittime prima di perpetrare gli abusi.
Le prime due vittime al processo di Ubaldo Manuali, una romana di 49 anni e una donna di Alatri di 48 anni, hanno reso dichiarazioni dettagliate davanti al tribunale di Viterbo. Entrambe hanno affermato di essere state adescate tramite social media, dove Manuali avrebbe sfruttato le loro debolezze emotive. Dopo averle invitate a cena e offerto da bere, le vittime hanno riportato di aver perso la memoria, risvegliandosi con segni di violenza e umiliazione.
La narrazione della prima vittima, la romana, è particolarmente sconvolgente. Dopo una cena a casa sua, la donna si sveglia nel cuore della notte senza ricordare nulla, ma con segni evidenti di violenza. L’inferno delle vittime non finisce qui: foto scattate a loro insaputa e, ancor più terrificante, video che ritraggono gli abusi, inviati anche ad amici da Manuali.
Le voci delle vittime emergono con forza, denunciando il lato oscuro di una storia che coinvolge manipolazioni psicologiche, droghe, e violenze sessuali riprese e diffuse senza scrupoli. La scoperta di tracce biologiche, in particolare liquido seminale, potrebbe rafforzare l’accusa contro il netturbino.
Il processo, che ha già portato alla costituzione di parte civile da parte delle due donne, prosegue con l’attesa della testimonianza di una terza vittima. La sua storia sarà cruciale per comprendere l’entità degli abusi e consolidare la posizione dell’accusa.
Il caso Ubaldo Manuali è un allarme sociale che solleva interrogativi sulla sicurezza nei rapporti online, mettendo in luce la vulnerabilità delle vittime di adescamento. Mentre la giustizia fa il suo corso, è essenziale esplorare le dinamiche complesse di questo caso per proteggere potenziali vittime future e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che si celano dietro uno schermo.
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Fonte: RomaToday