Una banda criminale dedita a un sofisticato raggiro ha sottratto escavatori per un valore superiore ai 2 milioni di euro. Il gruppo di cinque truffatori (alcuni ancora non identificati) operava principalmente tra Italia, Francia e Spagna, riuscendo a mettere in piedi una rete di aziende fantasma che noleggiavano pesanti macchinari da movimento terra, per poi scomparire senza pagare le rate. Il piano era ben congegnato: una volta che gli escavatori arrivavano in Italia, i truffatori non solo smettevano di pagare, ma modificavano i numeri di serie e i documenti di immatricolazione per rivenderli come nuovi, sia sul mercato locale che in Sudamerica.
Le indagini, condotte da vari nuclei di polizia tra cui la Polaria di Fiumicino e la squadra mobile di Frosinone, sono iniziate con pochissimi indizi. Le società utilizzate dai truffatori erano inesistenti e non c’erano informazioni concrete da seguire. Gli investigatori, però, hanno avviato un monitoraggio delle comunicazioni telefoniche, che inizialmente non ha portato frutti, finché non sono riusciti a rintracciare una delle utenze attive. Questo ha dato il via a una serie di accertamenti che hanno portato alla scoperta di nove escavatori rubati, già venduti o pronti per essere rivenduti come nuovi. I veicoli erano stati immatricolati illegalmente e la maggior parte di essi proveniva dalle società spagnole e francesi che avevano denunciato il furto.
Il colpo di scena è arrivato quando gli agenti hanno trovato alcuni escavatori già venduti. Il nuovo proprietario di uno di questi macchinari è rimasto scioccato quando ha appreso che il suo acquisto era frutto di una truffa. La polizia ha sequestrato i mezzi e avviato le indagini sul riciclaggio e sull’eventuale coinvolgimento di gruppi legati alla criminalità organizzata. Le indagini proseguono, con gli inquirenti che estendono la ricerca di macchinari rubati su tutto il territorio nazionale, convinti che la rete criminale sia più ampia di quanto si pensi.