
Tre bambini palestinesi feriti ricoverati negli ospedali romani

Non hanno mai conosciuto la pace, ma a Roma potrebbero finalmente trovare un rifugio, una cura, una speranza. Tre bambini palestinesi di 9, 10 e 16 anni sono atterrati nella notte nella Capitale insieme ai loro familiari, grazie a un volo umanitario organizzato dalla Farnesina. Feriti gravemente durante i bombardamenti a Gaza, i piccoli pazienti verranno assistiti in tre importanti strutture ospedaliere romane: l’Umberto I, il Bambino Gesù e il Policlinico Gemelli.
Questa iniziativa fa parte di un piano di accoglienza sanitaria avviato dal governo italiano che ha già garantito assistenza a 133 bambini palestinesi dall’inizio del conflitto, con tre voli che hanno trasportato in Italia 17 minori e 53 familiari. Il gruppo giunto ieri è il più numeroso finora e testimonia l’impegno crescente delle istituzioni italiane nell’affrontare l’emergenza.
Dietro ai numeri, ci sono volti e vite segnate per sempre. Halima (nome di fantasia), nove anni, ha perso la madre durante un attacco aereo e ora lotta contro gravi ferite, insieme alla sorellina di cinque anni. Verrà curata all’Umberto I, dove sarà accolta anche da una zia.
Ahmed (altro nome di fantasia), dieci anni, ha riportato lesioni da esplosione e sarà seguito dagli specialisti del Policlinico Gemelli. Più grave il caso del ragazzo di 16 anni, che ha subito ustioni, amputazioni e ferite multiple: le sue condizioni, definite «critiche», saranno trattate al Bambino Gesù, dove è arrivato con madre, fratello e sorella.
Durante il volo, i pazienti hanno ricevuto assistenza costante da Croce Rossa Italiana, Protezione Civile e dall’Unità di Crisi della Farnesina, garantendo la stabilità clinica durante il trasferimento.
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha sottolineato il valore umano dell’iniziativa: «Siamo davanti a una catastrofe che ci fa sentire impotenti. Ma fare qualcosa è un dovere. Sono storie toccanti di bambini traumatizzati, che non vanno a scuola da due anni».
«La nostra è una goccia nel mare di questo dramma», ha proseguito Rocca, «ma dobbiamo fare di più e invitare anche altri Paesi a seguire il nostro esempio». Non è la prima volta che gli ospedali romani accolgono pazienti da Gaza: Umberto I, Gemelli, Bambino Gesù e Sant’Andrea si sono già distinti in passato per la loro disponibilità.
Solo al Bambino Gesù, il ragazzo arrivato ieri è il 17° paziente palestinese assistito da ottobre. I precedenti gruppi sono stati in parte già dimessi, mentre altri pazienti restano sotto controllo medico per patologie aggravate dal conflitto.
Ferite profonde, fisiche e psicologiche, che non si possono cancellare. Ma che da oggi, a Roma, possono almeno iniziare a essere curate.