
Sarri spinge per riportare in Italia, alla Lazio, Lorenzo Insigne

L’idea è suggestiva, quasi romantica, eppure vincolata da uno stop burocratico pesantissimo: Lorenzo Insigne alla Lazio è più di un sogno per Maurizio Sarri, che l’ha lanciato ai vertici del calcio italiano ai tempi del Napoli. L’allenatore biancoceleste, tornato a Formello con determinazione nonostante il blocco del mercato, ha avuto un lungo colloquio telefonico con il fantasista napoletano, ora svincolato dopo tre stagioni in MLS col Toronto. Ma il ritorno in Serie A non potrà avvenire prima del prossimo inverno, almeno non a Roma.
Il motivo è noto: la Lazio non può tesserare nemmeno gli svincolati fino a gennaio 2026, a causa del blocco imposto dalla Covisoc. Solo un parziale via libera a novembre-dicembre, se il club riuscirà a rientrare nei parametri economici dell’80% tra monte ingaggi e ricavi. Una nuova authority subentrata alla Covisoc valuterà i conti il 30 settembre.
Il profilo di Insigne risponde perfettamente alle esigenze tecniche di Sarri, che lo conosce come pochi e che, in questo momento, può contare solo su Pedro come alternativa a Zaccagni e Isaksen. L’ex Toronto potrebbe rappresentare un jolly ideale: “Un fuoriclasse assoluto, uno a cui non puoi mai rinunciare”, lo definì Sarri durante l’indimenticabile triennio napoletano (2015-2018), dove Insigne mise a segno 47 reti e 34 assist in 139 partite.
Nel nuovo sistema di gioco biancoceleste, il 34enne potrebbe agire sia da esterno sinistro, sia da falso nueve, ruotando con Castellanos e Dia. Il problema, però, è il tempo: accetterà Insigne di aspettare fino a gennaio, rifiutando proposte più immediate da Parma, Udinese o Torino?
L’eventuale scelta di Insigne di accettare la corte della Lazio passerebbe da una valutazione non solo tecnica, ma anche personale. Allenarsi senza contratto, sotto copertura assicurativa, a Formello con Sarri, significherebbe scommettere tutto su un rapporto umano e su una fiducia totale nell’allenatore.
L’attaccante sa che nessuno, dopo Sarri, è riuscito a valorizzarlo allo stesso modo. E lo stesso tecnico è convinto che possa essere lui l’elemento chiave della rinascita laziale. Ma tutto dipenderà dal rispetto dei vincoli finanziari imposti dalla nuova governance del calcio italiano.
In ogni caso, la stima reciproca è rimasta immutata nel tempo: “Lui, al massimo lo sostituisci per venti minuti. E solo se il risultato è al sicuro”, ricordava Sarri. Ora la palla passa a Lorenzo, che dovrà decidere se seguire il cuore o il campo.