
Sale la tensione tra i clan a Ostia. A fuoco un’auto nella notte

Un altro attentato incendiario scuote Ostia, a soli due giorni dall’esplosione che ha colpito la palestra di Gianni Di Napoli. Stavolta le fiamme sono divampate nel piazzale del ristorante “Nonna” — ex “Vacca Grassa” — in via di Castelfusano, angolo via dei Pescatori, dove un’auto è stata completamente distrutta dal fuoco. Il veicolo, una Skoda, apparteneva a un vulcanologo cinquantenne, rimasto ustionato nel tentativo disperato di spegnere l’incendio. Trasportato all’ospedale Grassi, è stato medicato per ustioni di secondo grado.
Il rogo, divampato alle 2.20 di sabato notte, è solo l’ultimo episodio in un’escalation criminale che preoccupa residenti e istituzioni. Il proprietario dell’auto, incensurato e del tutto estraneo a contesti illeciti, avrebbe avuto solo la sfortuna di parcheggiare nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come spiegano gli investigatori, l’obiettivo del raid potrebbe non essere stato lui, ma il ristorante stesso, fresco di cambio di gestione.
“Quando il nostro amico si è avvicinato alla sua auto che stava bruciando, il fuoco lo ha subito attinto, segno che c’era benzina o del liquido acceleratore”, ha raccontato una testimone ancora sotto choc. Una scena drammatica che ha trasformato una semplice cena tra amici in un incubo.
L’ipotesi di un attacco intimidatorio prende forza anche alla luce di un precedente inquietante: esattamente dieci anni fa, lo stesso locale fu colpito da un altro incendio doloso. Inoltre, uno dei nuovi gestori è titolare di altri due locali a Ostia, già oggetto di episodi simili, tra cui il lancio di una molotov e l’esplosione di una bomba carta.
A far da sfondo a questi eventi, un contesto sempre più segnato da regolamenti di conti e guerre tra clan. A collegare i due attentati ravvicinati — quello al ristorante e quello alla palestra — è il nome dei Di Napoli. Gianni, ex campione di boxe, è il padre di Kevin Di Napoli, attualmente ai domiciliari in una comunità di Casoria. Kevin è sopravvissuto l’anno scorso a un agguato a colpi di pistola e viene considerato un personaggio chiave del sottobosco criminale romano.
Il X Municipio e le forze dell’ordine sono in allerta. La DDA indaga sui possibili collegamenti tra i vari attentati. Il presidente dell’Osservatorio sulla legalità del territorio, Federico Ruffo, ha dichiarato: “Tanti fatti, non per forza collegati tra loro, preoccupano, c’è una guerra in atto”. La comunità di Ostia, composta in gran parte da lavoratori e studenti pendolari, assiste sgomenta al riaffiorare di un clima da far west che sembrava superato.
Le indagini proseguono serrate. Ma il messaggio dei roghi è chiaro: a Ostia, la criminalità continua a parlare con il linguaggio del fuoco.