
Roma, via libera a 240 assunzioni tra educatrici e insegnanti dei nidi

Il Campidoglio ha approvato 240 nuove assunzioni nel settore dell’educazione, equamente divise tra educatrici degli asili nido e insegnanti della scuola dell’infanzia. Un passo avanti importante per la stabilizzazione del personale, anche se i sindacati avrebbero auspicato un numero maggiore, considerata la mole di precariato che ancora caratterizza il settore. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è abbattere il precariato storico entro il 2027, evitando così che migliaia di lavoratrici, con anni di esperienza, restino escluse dalle graduatorie per mancanza dei nuovi titoli di studio richiesti dalla legge. La normativa prevede infatti l’obbligo di una laurea in scienze dell’educazione, un requisito che molte delle lavoratrici più esperte non possiedono. Il Campidoglio sta cercando di scorrere rapidamente le graduatorie: per le educatrici degli asili nido si è arrivati alla posizione 467, con l’obiettivo di arrivare almeno a 1.100, mentre per le insegnanti dell’infanzia si è toccata quota 499. Complessivamente, la questione interessa circa 4mila lavoratrici in attesa di un’assunzione definitiva.
Il tema delle stabilizzazioni si intreccia con altre problematiche segnalate dai sindacati, come il mancato pagamento del trattamento di fine rapporto dal 2023 e il ritardo nell’erogazione dell’indennità giornaliera di 15 euro lordi, dovuto alla difficoltà degli uffici nel raccogliere i dati delle diverse scuole. Secondo il sindacato Uil, la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato permetterebbe anche di non intaccare il fondo comunale di 60 milioni di euro destinato ai contratti annuali, lasciandolo disponibile per le supplenze. Sul tavolo c’è anche la richiesta di nuovi fondi al governo centrale per sostenere ulteriori assunzioni: il Comune aveva chiesto risorse per 3mila ingressi tra educatrici, vigili e amministrativi in vista del Giubileo, ma l’emendamento presentato per finanziare il piano con 100 milioni all’anno per tre anni è stato respinto. Al momento, la trattativa con l’esecutivo sembra in stallo.
Un altro nodo aperto riguarda il riconoscimento del buono pasto per le educatrici e le insegnanti, che attualmente non ne hanno diritto. Solo le docenti dell’infanzia possono usufruire del servizio di ristorazione scolastica nelle giornate con tempo pieno, mentre per le educatrici dei nidi servirebbero circa 1,7 milioni di euro all’anno per garantire questo beneficio. Non è ancora stata calcolata una stima del costo per le insegnanti della scuola materna. Il tema delle condizioni lavorative delle educatrici e delle insegnanti resta quindi centrale nel dibattito tra sindacati e amministrazione, con la speranza di ulteriori interventi per migliorare la qualità dell’occupazione nel settore educativo capitolino.