
Roma, tre ragazze trans picchiate e minacciate con un coltello

Una brutale aggressione a sfondo transfobico si è consumata nella notte tra sabato e domenica a Roma, nei pressi di piazzale delle Province. Tre ragazze trans sono state circondate, insultate, picchiate e rapinate da un gruppo di almeno dieci ragazzi. Il raid è avvenuto all’uscita di un locale della zona, dove le vittime si erano recate dopo aver abbandonato un evento all’Eur, dove avevano già subito molestie. Il pestaggio, filmato da un passante, è stato consegnato alla polizia insieme alla denuncia. Le immagini, ora in possesso del commissariato di Villa Glori che coordina le indagini, mostrano una sequenza di violenze agghiaccianti: minacce, calci, pugni e tentativi di accoltellamento. I primi accertamenti hanno già portato all’identificazione di tre sospettati.
Secondo il racconto fornito da due delle vittime, Giulia Onofri e Guendalina Rodriguez, il gruppo le aveva già prese di mira all’Eur, prima di seguirle fino al secondo locale. Intorno alle quattro del mattino, mentre le ragazze si dirigevano verso l’auto, il branco le ha attaccate. «Ci hanno urlato contro “trans di m…, vi accoltelliamo”, e poi sono venuti addosso a noi» ha dichiarato Guendalina, che si è presentata al commissariato per sporgere denuncia. Già lo scorso agosto, Rodriguez era stata vittima di un’altra aggressione, avvenuta a Castiglione in Teverina, che aveva suscitato l’indignazione del sindaco Mirco Luzi. Stavolta, la violenza si è consumata in piena strada, mentre le ragazze tentavano invano di mettersi in salvo. Guendalina è stata scaraventata contro un muro e picchiata, riuscendo a entrare nel locale solo dopo essersi liberata dall’aggressore. Il vigilante, allertato dalle urla, ha tentato di intervenire, ma le altre due vittime non sono riuscite a rifugiarsi all’interno, subendo anch’esse il pestaggio.
Le ragazze sono state soccorse e accompagnate al pronto soccorso. Guendalina ha riportato lesioni giudicate guaribili in otto giorni e ha formalizzato la denuncia. Il video dell’aggressione, circolato sui social attraverso la pagina “Welcome to Favelas”, ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e fornire ulteriori elementi utili agli investigatori. Gli agenti stanno ora cercando di identificare tutti i membri del gruppo coinvolto, basandosi anche sui dettagli forniti dalle vittime. La polizia ha attivato una rete di controlli incrociati tra testimonianze, immagini e tracce digitali per stringere il cerchio sugli aggressori e portare giustizia alle vittime di un episodio che scuote ancora una volta la Capitale.