
Roma, tenta il suicidio a 18 anni, ma viene salvato da due poliziotti
Un gesto disperato, una notte di paura e un intervento che ha salvato una vita. Martedì sera, poco dopo le 23, un ragazzo di 18 anni ha tentato di gettarsi dal Ponte del Gelsomino, nei pressi della stazione di San Pietro. Due passanti, notandolo mentre scavalcava la protezione e si sporgeva nel vuoto, hanno dato l’allarme chiamando immediatamente la polizia. Sul posto sono arrivati gli agenti del I distretto Trevi-Campo Marzio, Alessio Mauro e Domenico Montesano, che con sangue freddo e sensibilità hanno iniziato una delicata trattativa per convincerlo a tornare indietro.
«Siamo qui per aiutarti, non siamo solo poliziotti: siamo due ragazzi come te. Con noi puoi parlare», gli hanno detto. Quelle parole, pronunciate con calma e empatia, sono riuscite a stabilire un contatto con il giovane, visibilmente scosso e in lacrime. «Abbiamo capito subito che per aiutarlo dovevamo parlargli, fargli sentire che non era solo», raccontano gli agenti. Dopo lunghi minuti di tensione, il ragazzo ha iniziato a mostrare fiducia, lasciandosi infine aiutare dai due poliziotti, che lo hanno accompagnato lontano dal cornicione e si sono seduti con lui per rassicurarlo.
Una volta in salvo, il giovane ha confessato agli agenti di attraversare un momento di grande fragilità personale, segnato da solitudine e difficoltà interiori. «Abbiamo percepito subito che aveva bisogno di amici, non solo di soccorso», spiegano Mauro e Montesano. Così gli hanno lasciato i loro contatti personali, promettendo che, una volta più sereno, si sarebbero rivisti per passare una serata insieme, lontani dal ricordo di quella notte. «Non si è trattato solo di un intervento di servizio, ma di un incontro umano che ci ha profondamente toccato», aggiungono.
Dopo essere stato tranquillizzato, il 18enne è stato affidato ai sanitari del 118, che hanno attivato il protocollo di sostegno psicologico. «Solo quando lo abbiamo visto salire sull’ambulanza abbiamo capito di avergli salvato la vita», raccontano i due agenti, visibilmente emozionati. «Gli abbiamo promesso che per lui ci saremo sempre. Perché, in casi come questo, non siamo solo poliziotti: siamo persone, e la nostra divisa serve anche a questo».