
Roma, maxi sequestro a piazza Bologna: 70 chili di cocaina e armi in un box

È finito in manette Michele Arcangelo D’Angelo, 35 anni, originario di Piscopio (Vibo Valentia), già noto alle cronache per un caso del 2015 da cui era stato assolto, oggi accusato di custodire un vero arsenale di droga e armi in pieno quartiere piazza Bologna. I carabinieri della stazione locale, insieme al Nucleo operativo della Compagnia Parioli, hanno fermato l’uomo dopo aver notato il suo atteggiamento sospetto: parcheggiava l’auto lontano dal palazzo di via Berengario e si muoveva con circospezione. Da un controllo delle generalità si è passati a una perquisizione che ha svelato un quantitativo enorme di stupefacenti.
Nel box auto legato a un appartamento affittato da un parente incensurato, i militari hanno rinvenuto 66 panetti di cocaina da un chilo ciascuno, un chilo di cocaina rosa in due confezioni, hashish e sei pacchi di marijuana da 100 grammi. La droga era ben confezionata e marchiata, pronta per rifornire diverse piazze di spaccio della Capitale. A protezione del deposito era stata installata anche una telecamera di sorveglianza. Accanto agli stupefacenti, i carabinieri hanno trovato due pistole calibro 7.65 con matricola abrasa – una “Hege Waffen” tedesca e una “Beretta” – corredate da caricatori e munizioni, oltre a 54mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività criminale.
Il rinvenimento ha portato alla scoperta di un libro mastro, dove erano annotate cifre altissime – dai 90mila ai 178mila euro – accanto a nomi in codice e pseudonimi, indizio di una rete di acquirenti e contatti ancora tutta da decifrare. Al momento non emergono legami diretti con famiglie di spicco della ’ndrangheta, ma gli investigatori sottolineano che le verifiche sono appena all’inizio. Saranno fondamentali l’analisi del cellulare sequestrato e lo studio delle scritture contabili per ricostruire eventuali affiliazioni e canali di approvvigionamento.
D’Angelo, già coinvolto dieci anni fa nell’omicidio di Francesco Fiorillo – caso da cui era uscito assolto in appello – è stato arrestato e trasferito nel carcere di Regina Coeli. La misura è stata convalidata, mentre l’uomo si è mostrato non collaborativo, mantenendo un atteggiamento freddo e silenzioso. Le indagini ora puntano a risalire alla rete criminale che lo affiancava e a capire se dietro il deposito di piazza Bologna si nasconda un’organizzazione più ampia legata ai traffici di droga nella Capitale.