
Roma, ladro ucciso da vigilante: è giallo sul colpo fatale

Una rapina finita nel sangue, un colpo di pistola fatale e un interrogativo che infiamma il dibattito sulla legittima difesa. La morte di Antonio Ciurciumel, il 24enne romeno ucciso giovedì scorso da una guardia giurata mentre tentava di svaligiare un appartamento in via Cassia a Roma, è destinata a lasciare strascichi importanti.
L’autopsia e le perizie balistiche chiariranno la traiettoria precisa del proiettile che ha ucciso Ciurciumel. Un dettaglio fondamentale per stabilire se il vigilante, Antonio Micarelli, abbia agito per legittima difesa o meno. Al momento, l’uomo è indagato per omicidio volontario senza l’attenuante della legittima difesa. Gli inquirenti, Procura e carabinieri della Compagnia Trionfale, dovranno stabilire se Micarelli abbia sparato per difendere se stesso o altri, oppure se abbia agito in modo sproporzionato rispetto alla minaccia percepita. Un compito delicato, che richiede un’analisi attenta di tutti gli elementi a disposizione.
Anna, la compagna di Ciurciumel, ha riferito di aver visto un foro all’altezza della tempia destra e uno squarcio più dietro. Una testimonianza che potrebbe far pensare a un colpo frontale, ma che non esclude altre ipotesi. Secondo quanto ricostruito attraverso le testimonianze, Micarelli era già rientrato a casa dopo il lavoro quando è stato allertato dai vicini per i rumori provenienti dall’appartamento in cui era in corso il tentativo di furto. A quel punto, sarebbe uscito di nuovo e avrebbe esploso dieci colpi di pistola, la maggior parte dei quali in aria.
Mentre i complici di Ciurciumel salivano in auto per fuggire, il giovane ha cercato di scappare scavalcando il muro di recinzione. È stato a quel punto che è stato raggiunto dal proiettile mortale. Le forze dell’ordine sono ancora alla ricerca dei complici di Ciurciumel, descritti come tre individui. La famiglia del giovane romeno ha parlato di “amicizie sbagliate” con connazionali, albanesi e forse anche italiani. Intanto, i residenti della zona si sono schierati a difesa del vigilante, organizzando una fiaccolata in suo sostegno. I suoi legali, Pietro Pomanti e Valerio Orlandi, hanno dichiarato che il loro assistito ha agito per legittima difesa ed è profondamente addolorato per la morte di Ciurciumel.
La vicenda è ancora avvolta in molti lati oscuri e saranno l’interrogatorio di Micarelli e gli accertamenti balistici a fornire maggiori chiarimenti. Una cosa è certa: la morte di Antonio Ciurciumel riapre con forza il dibattito sulla legittima difesa e sulla necessità di trovare un equilibrio tra la sicurezza dei cittadini e il rispetto della legge.