
Roma, imbecilli ignoranti vandalizzano la statua di papa Wojtyla

Nuovo episodio di vandalismo nel cuore di Roma. Alcuni manifestanti si sono arrampicati sulla statua di papa Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, e vi hanno appeso una kefiah, il tradizionale copricapo palestinese. Ma l’episodio più grave è emerso poco dopo: i carabinieri della stazione Macao, durante i controlli nell’area, hanno scoperto una scritta offensiva e un simbolo della falce e martello tracciati sul monumento, con la frase “fascista di m…” incisa all’interno del mantello della scultura. Il che denota il grado di stupidità degli autori di questa bravata.
L’opera, inaugurata nel 2011 e realizzata dallo scultore Oliviero Rinaldi, rappresenta uno dei simboli più riconoscibili della piazza. Dopo la scoperta, sono scattate le indagini dei carabinieri, che hanno acquisito le immagini delle numerose telecamere di sorveglianza presenti intorno alla stazione. Contestualmente, l’ufficio decoro del Campidoglio ha avviato le procedure di pulizia e restauro della statua, che verrà ripristinata nelle prossime ore.
L’episodio si inserisce nel clima teso seguito ai cortei pro Palestina degli ultimi giorni, culminati nella guerriglia urbana di sabato sera. Mentre una parte dei manifestanti ha sfilato pacificamente, gruppi di antagonisti e black bloc hanno devastato alcune zone della Capitale, incendiando cassonetti e attaccando le forze dell’ordine.
Secondo i militari, la profanazione della statua sarebbe avvenuta proprio in quelle ore di caos. Il presidio pro Palestina, attivo da giorni in piazza dei Cinquecento, si trova a pochi metri dal luogo del vandalismo. Le indagini si concentrano ora sull’individuazione dei responsabili attraverso le riprese video e le testimonianze raccolte in zona.
L’episodio ha suscitato profonda indignazione, sia per il contenuto dell’atto sia per il simbolismo del bersaglio: Giovanni Paolo II è stato infatti una delle figure più impegnate nella difesa della pace e del dialogo tra i popoli, ruolo riconosciuto a livello mondiale.
La reazione del mondo politico è stata immediata e compatta. La premier Giorgia Meloni ha parlato di “atto indegno commesso da persone obnubilate dall’ideologia, che dimostrano totale ignoranza per la storia e i suoi protagonisti”. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aggiunto: “Non ci sono parole per condannare la profanazione della statua di San Giovanni Paolo II da parte di estremisti di sinistra. Basta odio, basta cattivi maestri”.
Duro anche il commento di Matteo Salvini, che sui social ha scritto: “Cercasi disperatamente cervello per questi poveri imbecilli”. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha accusato le frange radicali della sinistra di alimentare un clima d’odio: “Parlano di pace e oltraggiano la figura di un santo come Wojtyla”.
Sulla stessa linea il ministro Eugenia Roccella, che ha denunciato “l’ideologia cieca e inconsapevole di chi non conosce il passato e non sa capire il presente”, e i ministri Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo, che hanno espresso “indignazione e solidarietà” verso la Chiesa cattolica. Il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi ha infine definito l’atto “incivile e vergognoso”.
Un gesto che, nel pieno delle tensioni per i cortei pro Gaza, ha ferito la memoria di uno dei più grandi simboli della pace del Novecento e ha solo dimostrato l’ignoranza e l’imbecillità degli autori.